Sì, è vero, siamo italiani, ma abbiamo davvero la certezza di parlare correttamente la nostra lingua? Secondo gli esperti, in realtà, molte parole vengono utilizzate nel modo o nel contesto sbagliato.
Quando si parla di rapporti sociali, di qualsiasi natura essi siano, il dialogo è uno degli aspetti primari su cui bisogna lavorare. Le parole sono importanti e per evitare spiacevoli incomprensioni è necessario conoscere bene il significato di ognuna di esse o, almeno, di quelle che siamo soliti utilizzare più di frequente.
L’italiano è una lingua molto complessa, ricca di regole grammaticali che noi tutti impariamo durante i primi anni di scuola. Con il tempo, il nostro vocabolario personale si arricchisce ma, secondo gli studiosi, dovremmo iniziare a prestare più attenzione al vero significato delle parole.
Con il progresso e l’avanzare della globalizzazione, inoltre, non è raro inserire nei discorsi termini che derivano da lingue straniere. Anche in questo caso, però, spesso vengono commessi degli errori. Scopriamo insieme, a tal proposito, il reale significato di otto parole che fino a ora abbiamo utilizzato nel modo sbagliato.
Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo sentito o pronunciato il termine “alibi”. Questa parola è spesso utilizzata con il significato di “attenuante”, specie nei casi in cui, in tribunale, bisogna dimostrare l’innocenza dell’imputato. In realtà, però, si tratta di una parola di derivazione latina e, letteralmente, significa “altrove”, “in un altro luogo”.
Anche il verbo “decimare” e, dunque, la parola “decimazione”, deriva dal latino. Mentre noi lo usiamo come sinonimo di “sterminare”, il suo significato reale è “eliminare uno ogni dieci”. Che dire, invece, dell’aggettivo “cronico”? Questa volta ci troviamo di fronte a un’eredità del greco antico. “Cronos”, infatti, significa “tempo”. Una malattia cronica, dunque, non è una malattia grave, bensì una malattia con sintomi duraturi nel tempo con scarse possibilità di miglioramento.
Gli avverbi, si sa, sono uno dei tasti dolenti della nostra grammatica ma il primo posto lo occupa, senza dubbio, il tanto temuto “piuttosto che”. Contrariamente a quanto si possa pensare, esso non ha valore disgiuntivo. Il suo reale significato è “invece di”, “anziché”, e si usa prevalentemente per esprimere una preferenza.
Quante volte abbiamo pronunciato la parola “cotton fioc” con la convinzione di utilizzare una parola anglosassone? In realtà, non è affatto così! In inglese britannico, infatti, il classico bastoncino cotonato si chiama “cotton swab”; negli Stati Uniti, invece, si dice “cotton bud”. Stessa cosa vale per il termine “fiction”. Malgrado venga utilizzato per intendere un serie tv a puntate, il suo significato reale in inglese è “romanzo”; “finzione” o “narrativa”.
Allo stesso modo, il termine “flipper” che tutti noi abbiamo sempre accostato al biliardino elettrico, vuol dire tutt’altra cosa. Tale parola inglese, infatti, in italiano assume il significato di “pinna”, in riferimento ai mammiferi acquatici come i delfini, le balene e le orche. Infine, non possiamo non citare quello che noi erroneamente chiamiamo “box auto”. Il termine “box”, infatti, in inglese non ha nulla a che fare con il posto auto. Esso, infatti, significa “scatola”.
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