Brutte notizie per i fedeli fan di Non è l’arena. Il programma è stato sospeso. Ma cosa ne sarà di Massimo Giletti?
Dopo anni su La7 Non è l’arena, talk show politico di Massimo Giletti, vede una battuta d’arresto, una sospensione a partire già da quello che avrebbe dovuto essere il prossimo appuntamento. Ecco cosa sta succedendo di preciso.
Non è l’arena ha aperto i battenti su La7 nel 2017 prendendo il suo nome dal precedente show di Massimo Giletti sulla tv di Stato e chiamato appunto: L’Arena. Da allora ha calamitato le attenzioni di tantissimi spettatori appassionati di temi d’attualità non senza qualche polemica, come quando si è collegato da Mosca e dall’Ucraina. All’epoca tanti spettatori lo avevano accusato di spettacolarizzare la guerra.
A ogni modo il conduttore si è sempre dimostrato sempre capace di catturare l’attenzione del pubblico. Il presentatore ha iniziato la sua attività giornalistica collaborando con Gianni Minoli a Mixer. In seguito, sempre sulla Rai è stato alla guida di show come Casa RaiUno, il Festival di Castrocaro. Dal 2013 al 2017, invece, è stato al timore di L’Arena. Il suo stile di conduzione e il suo talento gli hanno sempre garantito il successo.
Ultimamente però è stato al centro dell’attenzione mediatica a causa di indiscrezioni sul suo ultimo programma. Ma cosa sta accadendo di preciso? Davvero Non è l’arena è stato sospeso e come mai? Ecco tutti i particolari della vicenda.
Nelle ultime ore La7 ha comunicato ufficialmente che Non è l’arena è stato sospeso con effetto immediato a partire da domenica 16 aprile. In realtà la notizia di una possibile sospensione circolava già da alcune settimane. Si mormorava infatti che il conduttore fosse in procinto di tornare in Rai. Davanti a una simile prospettiva l’azienda di Urbano Cairo avrebbe maturato la decisione di tagliare subito i ponti.
“La7 ringrazia Massimo Giletti per il lavoro svolto in questi sei anni con passione e dedizione” si legge nel comunicato. Bisogna inoltre tener presente che in Rai si stanno stabilendo i palinsesti per il prossimo autunno in queste settimane e per il giornalista si pensa a Rai Uno, ma non vi è ancora nulla di certo. Nel corso di una recente intervista a Ansa il presentatore ha riferito di non voler aggiungere altre versioni, ma di pensare ai suoi 35 collaboratori che si ritrovano sbattuti fuori dopo 6 anni. “Tutto si chiarirà al momento giusto” ha affermato.
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