Ci sono alcuni prodotti al supermercato a cui bisogna fare molta attenzione perché non sono sani come si pensa
L’agenzia di Sanità Pubblica della Francia, ha messo a punto un programma chiamato il Nutri-Score che deve mantenere l’indicatore in linea con le scoperte scientifiche e tenere il passo con i nuovi prodotti e riformulazioni che entrano a far parte del mercato.
Di norma, le correzioni che vengono apportate sono quasi sempre in senso restrittivo rispetto alle versioni precedenti, specialmente per quanto riguarda la concentrazione di sale, zucchero e grassi.
Ci sono due rapporti dove le basi sono state elaborate e riportate nel dettaglio, uno per gli alimenti e uno per le bevande. Ci sono delle novità che riguardano categorie di prodotti molto popolari come i cereali da colazione che sono destinati a scomparire per l’alto livello di zuccheri.
Quali prodotti al supermercato non sono sani
Ci sono varie novità su alcune categorie di prodotto molto popolari in commercio nei supermercati. Per esempio i cereali come abbiamo detto, ma anche tanti altri che prima appartenevano alla classe A e ora sono scesi alla C. Solamente quelli a basso tenore di zuccheri riescono a mantenere la lettera più ambita o la B.
Anche il latte per esempio è coinvolto in queste brutte notizie, in tutte le sue forme. Quello parzialmente o totalmente scremato passa da A a B e quello intero da B a C, mentre quello aromatizzato da B a D. Anche gli yogurt da bere aromatizzati.
Questo succede perché il latte che prima era considerato un alimento solido, ora rientra tra le bevande per cui si usa un algoritmo differente che conferisce una A solamente all’acqua.
La ridefinizione delle bevande zuccherate invece è più articolata, passa da D a C e da C a B. La Coca-Cola classica rimane in fondo, con una E rosso fuoco, e i succhi di frutta non riescono neanche a salire oltre la C a causa dello zucchero. Peggiorano poi la Coca-Cola Zero da B a C e anche alcuni tipi di tè freddo come la Pepsi Cola Next che ha raggiunto la Coca-Cola che è a E.
Anche vari oli vegetali hanno raggiunto la lettera B, come l’olio di semi di girasole, promosso da D a C, quello di soia, mais e arachidi che rimangono alla D e anche quello di cocco che non riesce ad andare oltre la E come il burro anche.
Questo nuovo algoritmo aggiornato è più in linea con le conoscenze scientifiche e può aiutare a contrastare in modo efficace tutte le fake news che continuano ad essere diffuse riguardo il sistema di etichettatura.