Tra i rimedi naturali più usati quando si presenta la congiuntivite, c’è quello degli impacchi di camomilla da applicare sugli occhi. Ma funziona davvero?
La congiuntivite è un’infiammazione fastidioso con cui in molti fanno i conti dopo una giornata in piscina senza occhialini o a causa di reazioni allergiche. Tra i sintomi più comuni ci sono gli occhi arrossati, le palpebre gonfie e una sensazione di prurito costante. Se è di origine batterica si forma anche del pus giallo o verdastro che tende a “incollare” ciglia e palpebre.
Quest’ultima forma è la più persistente e difficile da far passare, oltre al fatto che se non trattata può diffondersi da un occhio all’altro. Se non c’è modo di andare subito dal medico, però, molti per lenire il bruciore e il fastidio ricorrono a un rimedio della nonna considerato miracoloso. Consiste nel preparare una camomilla, bagnarci dei dischetti di cotono e metterli sugli occhi.
Su questa pratica ci sono però alcune critiche mosse dai medici. Non si può negare che l’estratto di camomilla abbia un’azione antinfiammatoria, tanto che è contenuta anche in alcune creme per la pelle. Tuttavia, quando la si usa per tessuti delicati come quelli oculari bisogna essere molto attenti per non peggiorare la patologia.
Camomilla e congiuntivite, cosa devi sapere
La congiuntiva, ossia la sottile membrana che si infiamma durante la malattia, non può venire a contatto con liquidi o impacchi contaminati. Se questo avviene la congiuntivite può degenerare in una grave infezione, in particolare se provocata da batteri. Per questo se si fa un impacco i dischetti di cotone da bagnare nell’infuso devono essere sterili, acquistati in farmacia.
Un altro errore che può trasformare questo collirio naturale in un veleno per gli occhi, è non controllare l’infuso per essere sicuri che sia del tutto limpido. I residui di fiori secchi possono venire dispersi nella camomilla e se arrivano a contatto con l’occhio possono irritarlo ancora di più. Servirebbe filtrare il liquido prima di fare l’impacco umido.
Infine, anche l’acqua usata per preparare l’infuso di camomilla potrebbe non essere del tutto sterile. Certo, viene bollita, ma per far raffreddare il liquido si lasciano il pentolino o la tazza all’aria. Se non si usa alcun coperchio è facile che ci finisca dentro qualcosa e che la camomilla risulti così contaminata e inutile per attenuare l’infiammazione.