Ritrovarsi nel 2023 con il conto corrente in rosso potrebbe avere conseguenze molto spiacevoli. Attenzione alle nuove regole da rispettare nel corso dell’anno per evitare cattive sorprese
La gestione del conto corrente è un’attività di primaria importanza e lo è ancor di più per l’anno in corso, in virtù delle nuove regole da un lato e dell’incremento dei costi e delle spese di mantenimento dall’altro. In questo articolo ci concentreremo sulle novità in fatto di conti in rosso ovvero quali potrebbero essere le conseguenze per un correntista che dovesse ritrovarsi senza liquidità.
Le banche hanno fissato negli ultimi mesi regole sempre più stringenti in merito alla gestione del conto corrente, intervenendo nel caso in cui il conto di debito mostri sull’estratto conto un saldo negativo.
Casistica nella quale è l’istituto bancario stesso ad anticipare gli importi, una sorta di prestito che porta all’addebito di interessi passivi che vanno via via aumentando man mano che il conto resta in rosso.
Ebbene le nuove regole prevedono che un correntista in rosso venga considerato debitore qualora sia, da oltre 90 giorni, in arretrato nel pagamento di un’obbligazione. Occorre inoltre precisare che il debito diventa rilevante qualora le soglie previste dal regolamento vengano superate: tali soglie ammontano a 100 e 500 euro rispettivamente per le esposizioni al dettaglio e per le altre esposizioni.
Per quanto riguarda lo sconfinamento oltre la disponibilità sul conto, non ci sono divieti e la decisione resta a discrezionalità della singola banca nei confronti dello specifico cliente.
Ma bisogna fare un distinguo: c’è lo scoperto autorizzato, una sorta di credito concesso dalla banca e dipendente dal contratto di conto che ne fissa i limiti, i tassi di interesse applicabili e la durata massima consentita. Permettendo in tal modo al cliente, pur non avendo liquidità, di far fronte ad una spesa imprevista. Per il cliente questa è una forma di protezione: non dovrà infatti avvertire la banca se il suo conto diventerà rosso, pur non superando il limite che potrà, previo confronto con un consulente bancario, anche decidere di incrementare o ridurre.
Il secondo caso è invece quello dello scoperto abusivo ovvero non previsto dal contratto di conto oppure, qualora sia previsto, se viene superato il limite. Si tratta di casi nei quali la banca non ha alcun obbligo di copertura dello scoperto, pertanto potrà a sua discrezione bocciare un addebito diretto o un assegno ed aggiungere tutti i costi del caso.
Tuttavia, lo scoperto non autorizzato è sempre più raro in quanto la maggior parte degli istituti bancari offre autorizzazioni di scoperto proporzionali al reddito dei propri clienti nei pacchetti legati all’apertura di un nuovo conto. Per avere maggiore chiarezza in merito al principio dello scoperto ed evitare di incappare in spiacevoli sorprese è bene chiedere una consulenza alla propria banca per avere ben chiaro il quadro della situazione. E, in caso di uno scoperto bancario, potersi sentire al sicuro e al riparo dal rischio di perdere il proprio conto.
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