Uno studio scientifico andrebbe a riscrivere la storia della pandemia che nel 2020 ha cambiato il mondo. Ecco la scoperta
Tre anni fa circa l’inizio dell’incubo. La pandemia da Covid-19 è qualcosa che ha cambiato profondamente la vita di tutti noi. Ad ogni latitudine mondiale. Tanti ancora i punti oscuri. Anche se oggi arriva la clamorosa scoperta.
Era l’inizio del 2020 quando il mondo ha iniziato a spaventarsi davvero per via del virus Covid-19. Poi, dal marzo dello stesso anno, un po’ tutti i Paesi (anche i più scettici) hanno dovuto, alla fine, cedere a restrizioni e lockdown. Ha iniziato l’Italia ma, poi, tutto il resto d’Europa e tutto il resto del mondo hanno dovuto fare lo stesso.
Ancora oggi, vi sono diversi punti oscuri circa la gestione della pandemia. Sappiamo di una recente indagine della Procura di Bergamo, che sta tentando di ricostruire i primi mesi del 2020, quando proprio quell’area fu tra quelle maggiormente colpite nel nostro Paese.
Ma anche a livello mondiale, i misteri non mancano. Ovviamente, fin da subito, viene indicata la Cina come luogo d’origine del virus che ha provocato milioni di morti, ma che ha anche creato danni enormi all’economia. In particolare, la città di Wuhan.
Gli Stati Uniti, in particolare, sostengono quasi da sempre che il Covid sia nato in laboratorio su attività del paese del Sol Levante. Accuse, quelle degli States, che si inquadrano nel difficile rapporto politico che vi è ormai da tempo con la Cina e, in generale, con il blocco orientale.
Fin da subito, nel racconto anche giornalistico, sono stati individuati i pipistrelli come animali da cui sarebbe partito tutto. Come sappiamo, peraltro, il regime alimentare cinese permette di nutrirsi di animali per noi impensabili. E anche le condizioni igieniche di alcuni mercati in quel Paese sarebbero veicolo di nascita e trasmissione delle malattie. Oggi, però, a distanza di tre anni dall’inizio della pandemia, forse una nuova verità.
Il Covid sarebbe sì nato agli animali. Ma non dai pipistrelli. L’animale “untore” sarebbe il cane procione, specie appartenente alla famiglia della volpe. A formulare questa nuova ipotesi un team di ricercatori statunitensi e australiani. I ricercatori avrebbero analizzato delle sequenze genetiche, già studiate dagli scienziati cinesi (che avevano smentito tale possibilità) e avrebbero dato una versione differente. L’epicentro rimarrebbe l’ormai sinistramente famoso mercato di Wuhan, dove questi animali sono venduti abitualmente. Va detto, comunque, che lo studio non è ancora definitivo, né approvato e che gli organi competenti stanno attuando gli approfondimenti del caso.
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