Dazn e Sky continuano a perdere abbonati a causa del “pezzotto”: i numeri degli abbonamenti illegali in Italia sono spaventosi.
I primi anni di Netflix hanno dato agli utenti interessati a vedere contenuti online l’illusione che avrebbero potuto farlo legalmente a poco prezzo. Con il passare del tempo, però, l’azienda leader del settore ha cominciato ad alzare i prezzi e sembra intenzionata a richiedere ulteriori aumenti ai suoi abbonati.
Uno scenario che sembra avvicinare lo streaming di film e serie tv ai costi relativi agli abbonamenti per la visione degli eventi sportivi ed in particolar modo delle partite di calcio. Fino a qualche tempo fa l’unico modo di seguire la propria squadra del cuore era quello di farsi un abbonamento alla tv satellitare Sky. Da qualche anno Dazn ha offerto un’alternativa – anzi per quanto riguarda la Serie A ha proprio preso il posto di Sky – ma anche questa ad un costo non esiguo.
Non tutti si possono permettere di pagare 30-40 euro al mese solo per vedere le partite di calcio e questa impossibilità ha spinto tantissimi a ripiegare su metodi non proprio leciti. Le schede pirata sono sempre esistite, ma da qualche anno esiste un servizio che funziona meglio delle schede piratate e permette di vedere non solo le partite di calcio ma anche film e serie tv. Probabilmente, dunque, proprio gli aumenti delle varie piattaforme streaming hanno avuto un ruolo nell’aumento delle sottoscrizioni di abbonamenti illegali.
Dazn e Sky, abbonamenti illegali in aumento: i numeri del fenomeno
Avrete capito che stiamo parlando della Iptv (Internet Protocol Television), divenuta nota a livello nazionale come “pezzotto” nel 2019. In quell’anno l’esistenza di questo abbonamento illegale è stata ampiamente documentata dai media, anche perché il governo e le forze dell’ordine hanno cercato di limitarne la diffusione. Nonostante la campagna d’informazione e le indagini che hanno portato ad arresti in varie parti d’Italia, il fenomeno sembra non averne risentito.
Ad oggi pare ci siano 5 milioni di italiani abbonati all’Iptv, dunque 5 milioni di persone che usufruiscono illegalmente dei contenuti in abbonamento. Ciò che ha fatto diffondere così tanto questo servizio illecito è la facilità di sottoscrivere un abbonamento. Basta infatti sottoscrivere l’abbonamento online (pagando una cifra mensile tramite carta) e acquistare un decoder abilitato alla ricezione del segnale (in alternativa è possibile utilizzare un pc).
Il costo del decoder parte dai 20 euro e può arrivare sino ai 200, mentre quello dell’abbonamento dovrebbe aggirarsi intorno ai 10 euro. Un risparmio netto per chi vuole seguire ogni partita della sua squadra del cuore ed è interessato anche a seguire altri eventi sportivi. In più va aggiunta la possibilità di accedere anche a film e serie tv appartenenti a varie piattaforme a pagamento.
Ad aver favorito la diffusione del “pezzotto” è stata anche una buona qualità del segnale e gli aggiornamenti delle frequenze per aggirare i blocchi. Rispetto alle vecchie schede pirata, dunque, questa Iptv consente a chi la utilizza di avere la certezza che il servizio non si interromperà da un momento all’altro. Il tutto chiaramente accettando il rischio che consegue il sottoscrivere un abbonamento illegale.
Visti i numeri, chi lo utilizza ignora o sottovaluta il rischio dell’utilizzo dell’Iptv. Avere un abbonamento illegale rappresenta una violazione del diritto d’autore. Per legge questo reato prevede una pena che va dai sei mesi ai tre anni di carcere e una sanzione pecuniaria che va da 2.582 a 25.822 euro.