Ipertensione, fumo, colesterolo e stress psicosociale possono costare molto caro: il segnale parte da un “semplice” dolore al torace.
Il problema è poco conosciuto e poco studiato, men che meno diagnosticato e trattato. Ma le donne farebbero bene a non sottovalutarlo, perché se aggredisce il loro cuore può avere conseguenze letali. E senza dare particolari segnali di sofferenza, agendo di soppiatto proprio come un nemico insidioso.
Il problema in questione si chiama “ischemia senza coronaropatia ostruttiva”, Onoca in acronimo, ed è tutto al femminile. Le donne, spesso anche giovanissime, spesso hanno piccole ischemie senza le classiche coronarie ostruite, tipiche dell’infarto maschile di mezza età. Come prevenirle e gestirle?
Le donne sono particolarmente soggette a doloretti al petto e piccoli infarti visibili all’angiografia (50-70% dei casi), in presenza di fattori di rischio cardiovascolari classici e non, e con uno stato infiammatorio generale che può essere legato a criticità tipicamente femminili (stress, disturbi dell’umore, fumo, malattie autoimmuni) o alla menopausa.
Il problema è stato affrontato dagli esperti della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (Gise) nel corso del convegno “Gise Women. Complex clinical scenarios in interventional cardiology: what is the role of gender medicine?”. Le malattie cardiovascolari sono tuttora la prima causa di morte al femminile anche in Italia, e hanno effetti più letali sulle donne che sugli uomini (48% vs 39% dei decessi).
In particolare l’Inoca (Ischemia with Non-Obstructive Coronary Artery Disease) rappresenta un pericolo serio e di portata rilevante. Ma non ci sono ancora numeri precisi “perché fino a poco tempo fa questo aspetto della cardiopatia ischemica era ancora sottovalutato”, ha spiegato Battistina Castiglioni, direttore del Dipartimento CardioToracoVascolare e direttore SC Cardiologia a indirizzo d’urgenza ASST Sette Laghi di Varese. In ogni caso infarto e ictus restano tuttora più spesso causa di morte nelle donne rispetto agli uomini, eppure la consapevolezza del rischio cardiovascolare femminile è scarsa.
Giovanni Esposito, professore di cardiologia alla Federico II di Napoli e presidente nazionale Gise, ha ribadito che nelle donne è frequente una patologia cardiaca più “silenziosa’” che può non dare segni evidenti perché i sintomi sono meno tipici e che non dipende dalla presenza di coronarie occluse. Nel 70% dei casi di angiografia eseguita per indagare un’angina pectoris, non c’è una coronaropatia classica ma un’ischemia Inoca.
Di qui l’importanza di un attento monitoraggio che consenta di diagnosticare tempestivamente l’ischemia senza coronaropatia ostruttiva e intervenire in modo adeguato ed efficace. I fattori di rischio eventuali – ipertensione, ipercolesterolemia o diabete – devono essere gestiti accuratamente mediante farmaci specifici.
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