La scioccante scoperta che arriva dall’Egitto ha lasciato tutti a bocca aperta. Ci sono novità sulla mummificazione
L’annuncio è arrivato direttamente da parte del Consiglio supremo delle antichità dell’Egitto e deriva da una scoperta risalente al periodo tolemaico. Il luogo in cui è avvenuta è la necropoli del faraone Saqqara, situata nell’antica capitale Memphis, riconosciuta come patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco. Più precisamente, ci troviamo a pochi chilometri dall’attuale capitale Il Cairo.
In questo contesto sono stati ritrovati i resti di antichi laboratori adibiti alla mummificazione e alla costruzione di diversi tipi di tombe. L’ufficialità è arrivata direttamente da parte di Mostafa Waziri, ossia il segretario generale egiziano dedito alle antichità del regno. Queste attività venivano svolte per poter onorare la morte di uomini e di animali definiti sacri.
Il periodo da cui derivano è quello della 30esima dinastia faraonica egiziana, ossia quello che va dal 380 a.C., fino al 343 a.C.. Ma anche al periodo tolemaico, che è da attestarsi tra il 305 a.C. e il 30 a.C.. Quest’ultimo, deriva da quello ellenistico e che succede alla morte di Alessandro Magno, nel 323 a.C. Dopo di lui, a succedergli al trono è stato Tolomeo I, militare, scrittore macedone e sovrano del regno antico.
Sono tantissimi i commentatori che non si sarebbero mai aspettati una notizia del genere. Sono due le officine trovate e adibite alla mummificazione di soggetti definiti sacri in Egitto. Si tratta di un procedimento con cui veniva preparato il corpo del defunto per un suo sonno definito eterno. Questo metodo avveniva per consentire la preservazione del corpo stesso e per evitare la sua distruzione.
Secondo skuola.net, questa attività avveniva dopo un lavaggio e una purificazione. Dopodiché, dal naso veniva estratto il cervello, tramite degli uncini adatti, creati con il bronzo. Poi, venivano estratti gli organi interni, mediante un’incisione che avveniva sul lato sinistro della salma, per poi riporli in dei vasi definiti con il termine “canopi”.
L’unico organo che rimaneva all’interno era il cuore, ossia quello che veniva visto come la sede delle passioni, delle facoltà e dell’intelletto. Alla fine delle suddette operazioni, gli imbalsamatori procedevano a riempire il corpo con della paglia e della stoffa, per ridare al cadavere una parvenza naturale. In conclusione, avveniva la bendatura, con metri e metri di lino.
La scoperta avvenuta nella necropoli di Saqqara è quella relativa a dei vasi di argilla, ritrovati insieme ad altri oggetti che, molto probabilmente, vennero utilizzati per poter effettuare la pratica della mummificazione.
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