Le atrocità provenienti dalla seconda guerra mondiale non sono ancora finite: l’ultimo ritrovamento è da film dell’orrore.
Gli inizi del vecchio secolo sono stati particolarmente travagliati per tutte le nazioni che, nel giro di trent’anni, ha dovuto fare i conti con due conflitti mondiali. La prima e la seconda guerra mondiale hanno portato con sé dei danni inimmaginabili. Specialmente durante la WW II, basti pensare all’avanzata nazista e alle atrocità messe in atto dell’esercito tedesco.
Ancora oggi, è impossibile mettere da parte quanto successo all’interno dei campi di concentramento. Lì si sono consumati alcuni dei crimini di guerra più atroci di sempre. Basti pensare alla figura di Josef Mengele, ufficiale nazista ossessionato dal miglioramento della razza ariana. Per ottenere il suo scopo avrebbe fatto tutto.
Anche compiere degli esperimenti umani ai danni dei deportati. Qualcosa di così atroce che si spera non ricapiti mai più. Anche se visti i recenti conflitti la paura di vivere una nuova guerra mondiale è tornata a farsi sentire. Ultimamente nuove ricerche hanno portato alla luce raccapriccianti esperimenti fatti sugli esseri umani. La scoperta è da far accapponare la pelle.
Questa volta, però, i protagonisti in negativo non appartengono all’esercito tedesco ma piuttosto a quello giapponese. Durante la seconda guerra mondiale ha portato avanti altrettanti esperimenti macabri. L’ultimo ritrovamento è l’ennesimo scenario da film dell’orrore lasciato in eredità dal conflitto armato più importante della storia.
Durante alcuni scavi archeologici portati avanti nella regione cinese di Heilongjiang è stato trovato un bunker appartenente alla famigerata Unità 731 messa in piedi proprio dall’impero giapponese. Considerato ancora oggi uno dei battaglioni più spietati di sempre. Tra i vari compiti a loro assegnati, c’era anche quello di portare avanti esperimenti a danni degli esseri umani.
In quel particolare luogo riportato alla luce, pare che i prigionieri venissero infettati da alcune malattie particolarmente rischiose. Come ad esempio la peste, solo per studiare qual era la risposta da parte del sistema immunitario. Il tutto, a scopi scientifici ma fatti sulla pelle dei prigionieri.
Pare che gli USA, rivali durante il conflitto, fossero a conoscenza di quello che stava facendo il Giappone. Ma avrebbe, allo stesso tempo, accettato di tenere l’informazione riservata in cambio di alcuni risultati emersi in seguito agli studi. Pare, infatti, che molte di queste nozioni sono state utilizzate dagli USA per sviluppare armi batteriologiche durante la Guerra Fredda.
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