Lavorare da remoto in Europa è diventato molto più semplice. Basta avere le condizioni per ottenere un visto come nomade digitale, ed è fatta.
Il fenomeno del nomadismo digitale è oggi in crescita in tutto il mondo soprattutto a seguito della pandemia. L’incremento dello smart working (lavoro agile) ha concesso a molti la possibilità di poter lavorare da remoto senza recarsi fisicamente, ogni giorno, in ufficio. Questo ha offerto vantaggi economici al lavoratore che ha potuto risparmiare le spese di viaggio verso i luoghi di lavoro, ma non solo, si è diffuso, infatti, sempre di più, una nuova tipologia di lavoratori ed i vantaggi riguardano tutti gli agenti coinvolti.
Non ne ha tratto beneficio soltanto il lavoratore, molti Paesi, infatti, riconoscendo il potenziale per accrescere le proprie economie ed industrie hanno favorito questo tipo di pratica. Il fenomeno è ora sempre più diffuso e ormai in tutt’Europa viene facilitato il lavoro a distanza per nomadi digitali. Effettivamente ci sono molti guadagni e vantaggi in gioco. Oltre a quelli per il lavoratore, sono molti quelli per la crescita di città, borghi e paesini, coinvolti in un processo di ripopolamento dopo che hanno vissuto per anni una grossa emigrazione della popolazione verso i centri cittadini. La condizione essenziale per consentire al nomade digitale di insediarsi in modo temporaneo e stabile all’interno di un Paese, è il visto. Ciascun Paese europeo si sta attrezzando in questo senso.
Il “visto per nomade digitale” è un permesso di soggiorno temporaneo che dà la possibilità a stranieri di restare in un Paese per un periodo che va dai sei mesi ai due anni. Consente ai lavoratori di stabilirsi senza dover esser legati a visti turistici che in genere sono più restrittivi rispetto ai visti per nomadi digitali. Anche i visti per nomade digitale, però, impongono alcuni vincoli e questi variano a seconda dei regolamenti di ciascun Paese. Ai candidati al visto è richiesto l’obbligo di dimostrare di guadagnare una cifra ben precisa e di rimanere nel paese ospitante per un numero minimo di mesi, dalla concessione del visto.
Ecco un elenco di alcuni dei paesi coinvolti.
La Croazia ha il suo visto nomade digitale dal gennaio 2021. Consente ai candidati selezionati di rimanere per un anno, ma con la possibilità di aumentare a due anni. I candidati devono dimostrare di guadagnare almeno € 2.370 al mese.
L’Estonia ha il suo visto nomade digitale dal 2020 e il sistema consente ai candidati prescelti di rimanere per un anno dimostrando un reddito mensile di € 3.504.
La Georgia permette ai lavoratori di rimanere nel paese per un massimo di un anno, purché guadagnino un minimo di € 24.000 all’anno.
La Grecia ha il suo visto nomade digitale dal 2021 e concede di restare nel paese per dodici mesi prorogabili, richiede, però, un reddito minimo mensile di € 3.500.
L’Islanda è forse il Paese meno attraente per il visto nomade. Richiede agli aspiranti di dimostrare un reddito mensile più di 7.000 euro.
Malta è un buon candidato come Paese per esser scelto da un nomade digitale. I richiedenti per restare un anno devono solo compilare un modulo dattiloscritto e firmato con una lettera di intenti.
Questi sono solo alcuni esempi, ma consentono di capire che ci sono diverse possibilità. Certo è che chi sceglie di diventare un “nomade digitale” non deve temere il viaggio ma deve soltanto lasciarsi coinvolgere dall’avventura.
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