“Avevo giramenti di testa e poi vomitavo. In due settimane ho perso 15 chili”. Il racconto dell’ex giallorosso dopo la grave operazione.
La sua carriera fu ben avviata, con la vittoria di un trofeo prestigioso. Arrivarono poi anche due presenze in Nazionale. Poi il dramma, con la malattia gravissima, che ne mette a rischio non solo la carriera ma la vita stessa. È drammatico il ricordo dell’ex calciatore della Roma.
“Avevo giramenti di testa e poi vomitavo. In due settimane ho perso 15 chili” è il suo ricordo oggi. La diagnosi, infatti, fu di quelle da far tremare: cavernoma cerebrale. Un tumore al cervello, che, ovviamente, ne stronca di fatto la carriera. Ma, allo stesso tempo, mette a rischio la sua vita.
Un dramma nel dramma, perché stiamo parlando di un difensore molto promettente, di nazionalità brasiliana. Arrivato al Corinthians, conquista quasi subito un posto da titolare. Nel 2011 con la maglia del Timão vince il Campionato brasiliano. Nel 2012 vince la Coppa Libertadores, battendo in finale il Boca Juniors. Poi il passaggio ai giallorossi.
Le prime due stagioni sono ottime. Gioca quasi sempre titolare e segna anche una rete. Ma il destino drammatico arriva nel 2014. Nella terza stagione, il giocatore subisce una serie d’infortuni nel precampionato e dopo il suo esordio stagionale, avvenuto il 13 settembre 2014 nella vittoria esterna per 1 a 0 contro l’Empoli, subisce un nuovo infortunio muscolare che lo costringe a essere sostituito durante l’intervallo. Da quel giorno, il giocatore rimane indisponibile, senza che si avessero notizie certe sull’entità del suo problema. In un primo momento si era pensato a un protrarsi di un infortunio muscolare, accompagnato in seguito da un episodio di otite e labirintite.
Fino a quando il 20 novembre, la Roma fa uscire una nota ufficiale sulle condizioni del calciatore: viene riscontrato un cavernoma per il quale il giocatore è stato sottoposto ad un intervento neurochirurgico il 3 dicembre 2014, nel quale si è provveduto alla totale rimozione dello stesso.
È la storia di Leandro Castan difensore brasiliano, oggi 36enne. Da quel momento la sua vita cambia. Si salva, ma la sua carriera non decolla mai più. Prova a rimettersi in piedi, va in prestito a Sampdoria, Torino e Cagliari. Ma non tornerà più quello di un tempo. Quello che aveva collezionato anche due presenze con la Nazionale brasiliana: “Ho fatto tutto quello che potevo, ma non ci sono riuscito”.
Si è ritirato l’anno scorso, dopo essere ritornato in patria. Oggi guarda al passato con l’orgoglio di essersi salvato. Fu intenso il rapporto con l’allora ds della Roma, Walter Sabatini, uno dei più grandi scopritori di talenti del calcio.
Ma oggi Castan guarda al passato senza rimpianti. L’anno scorso si è ritirato e ora si gode l’affetto della famiglia, che gli è stata accanto anche nei momenti più drammatici: “Otto anni dopo lascio il calcio, l’amore della mia vita. Non sono più riuscito ad arrivare a vincere trofei ma ho vinto l’avversario più difficile della vita” ha scritto nel post Instagram con cui ha annunciato il ritiro.
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