Sempre più persone, specie tra i giovanissimi, sono affette da Fomo: scopriamo di cosa si tratta e come la si può contrastare.
Probabilmente fino a qualche tempo fa non avevate mai sentito parlare di Fomo e non avevate idea che un simile disturbo potesse esistere. Si potrebbe dunque pensare che si tratti di una patologia nata negli anni e legata solamente all’utilizzo diffuso delle nuove tecnologie, ma in realtà è qualcosa che esiste da sempre e che le nuove abitudini sociali hanno semplicemente acuito e reso più frequente.
Prima di capire in che modo si possa riconoscere la fomo dai suoi sintomi e in che modo si possa contrastare, scopriamo di cosa si tratta. Letteralmente Fomo è un acronimo per Fear of missing out, ovvero paura di essere tagliati fuori. Nello specifico si tratta di quella sensazione che si ha quando ci si perde un evento sociale e si teme che questo ci escluda o ci distanzi dal resto del gruppo.
Come detto questo timore, frutto dell’ansia sociale, esisteva già prima ma era legato esclusivamente al gruppo di amici e alle uscite. Quando un membro di un gruppo per via di impegni di vario genere era costretto a saltare gli incontri con il gruppo, alla lunga poteva sviluppare questo timore. Oggi con i social questa paura è più facile da sviluppare, visto che il web è in continua evoluzione e ci sono aggiornamenti costanti dai propri contatti e più in generale dal mondo dei social.
Di fatto, dunque, i soggetti che sviluppano la Fomo temono di perdersi qualcosa di importante online e questo timore li spinge ad avere un rapporto ossessivo con i social. La necessità di essere sempre informati sulle nuove tendenze e su ciò che sta accadendo può portare a sviluppare una vera e propria dipendenza che, come suggerisce la definizione stessa, è nociva per la salute fisica e psicologica di chi la sviluppa.
Come contrastare la fomo e disintossicarsi dai social
Secondo studi recenti su questo fenomeno, la necessità di continui update non è l’unica causa della fomo. Spesso, infatti, gli utenti sono spinti a rimanere sempre connessi da rabbia e invidia. L’osservare le vite altrui tramite web, infatti, può portare a sviluppare quello che viene chiamato “rimuginio negativo“, ovvero un pensiero rancoroso e frustrato che nasce nel vedere come le vite degli altri siano migliori delle nostre. Come fare dunque ad evitare di entrare in questa spirale negativa? Di seguito vi daremo alcuni consigli:
1- Imparare a rimandare: se è vero che il web si aggiorna di continuo, è anche vero che gran parte delle notizie non sono di importanza vitale. Bisogna dunque convicersi del fatto che di molte delle cose che ci perdiamo non abbiamo alcun bisogno.
2- Scandire i tempi: oggi siamo abituati a controllare sempre cosa succede sui nostri social, anche quando siamo in compagnia delle persone. Dobbiamo riabituarci a dare il giusto tempo alle cose, iniziando proprio dal dimenticarci del cellulare quando stiamo facendo qualcosa di diverso dall’oziare.
3- Comprendere il malessere: un’altra cosa importante da fare è concentrarsi su ciò che genera in noi la voglia di controllare e su ciò che genera in noi l’invidia nei confronti degli altri. Se proviamo invidia, infatti, c’è qualcosa che dobbiamo risolvere e dunque comprendere di cosa si tratta è assolutamente utile. Inoltre è bene non generalizzare mai, il pensiero “A lui va sempre tutto bene” è controproducente oltre che falso.
4- Accettazione: molte volte ci infuriamo per un evento su cui non abbiamo controllo. Cerchiamo disperatamente di prenderne il comando ma si tratta solo di uno spreco di energie mentali e fisiche. Impariamo a lasciare andare e accettare che non possiamo avere il controllo su tutto.
5- Chiedete aiuto: compiuti i passi precedenti, dovreste essere in grado di focalizzarvi solo su ciò che vi fa bene. Qualora però non riusciate a mettere in atto questi semplici cambiamenti è il caso che cominciate a farvi aiutare. Affrontare un percorso psicoterapico, infatti, vi può aiutare a disintossicarvi dal web e a comprendere le ragioni profonde del malessere che vi hanno portato a sviluppare la dipendenza.