Le sigarette elettroniche sono nate per aiutare i fumatori accaniti a smettere di fumare, ma non sono sane come sembrano. Anzi, sono addirittura peggiori.
Non è raro vedere usare le e-cigarette nelle pause caffè dall’ufficio o per strada, con i vapori a tutti gli aromi possibili. Nate per permettere a chi è assuefatto alla nicotina di staccarsi dalla sigarette convenzionali ed evitare di respirarne i residui, sono diventate a loro volta una necessità per molti.
Si presentano come l’alternativa più sana per i polmoni visto che rilasciano solo vapore, ma da anni sono guardate con sospetto. Soprattutto perché i maggiori utilizzatori di questi dispositivi sono molto giovani. Basti pensare che negli Stati Uniti sono usate addirittura alle scuole medie.
La preoccupazione ruota anche attorno a quello che per le sigarette normali è un grosso problema, ossia il fumo (vapore in questo caso) passivo. Uno studio pubblicato sulla rivista Drug And Alcohol Dependance ha voluto analizzare gli effetti delle e-cigarette negli ambienti chiusi. Vale a dire le case e gli abitacoli delle macchine, visto che molti hanno l’abitudine di usarla anche a bordo quando sono passeggeri.
I risultati mostrano che al contrario di quanto si pensi le sigarette elettroniche possono avere un grosso impatto sulla qualità dell’aria. In particolare il contenuto di particolato PM2.5 può crescere di 300 volte negli ambienti dove si fuma l’e-cigarette rispetto a quelli liberi dal suo vapore. Una persona da sola può triplicare il contenuto di particelle inquinanti in una stanza non ventilata.
Sigarette elettroniche e salute
Lo studio ha voluto sottolineare come tra chi è esposto al fumo passivo delle e-cigarette non manchino i bambini. Il particolato può essere inalato anche stando vicino a chi sta “svapando” e nei più piccoli è possibile che aumenti la predisposizione allo sviluppo dell’asma. Le sostanze intossicanti emesse dal vapore si trovano, infatti, anche nelle urine di chi lo ha inalato passivamente. L’esposizione indiretta è quindi da evitare, soprattutto se ci si trova in ambienti confinati e meno che mai in viaggio in macchina.
I test condotti dallo studio hanno analizzato il contenuto di PM2.5 all’interno di un veicolo dopo che i partecipanti avevano utilizzato l’e-cigarette per alcuni minuti. Le analisi hanno dimostrato che queste particelle, tossiche per l’organismo, erano aumentate in concentrazione di 22 volte rispetto al contenuto iniziale. La cosa grave è che negli USA dove è stato condotto lo studio, non è vietato usare l’e-cigarette a bordo di una macchina.