Il Global Warming e i gas serra che ancora lo alimentano preoccupano sempre di più. Potrebbe sparire un fenomeno oceanico di vitale importanza per l’equilibrio.
Le conseguenze del cambiamento climatico si stanno già mostrando in diverse zone del mondo. Alcune incontrano periodi di scarsità di precipitazioni mai visti prima, altri invece fanno i conti con alluvioni improvvise. Condizioni che potrebbero peggiorare ancora se si dovesse mettere a rischio l’equilibrio oceanico mantenuto finora dall’Atlantic Meridional Overturning Circulation (AMOC).
Il ciclo dell’acqua che porta alla formazione delle nuvole e al verificarsi delle precipitazioni infatti è dovuto in gran parte alla presenza dell’AMOC. Il ruolo di questa corrente infatti è quello di ridistribuire il calore portando verso il Polo Nord acqua calda proveniente dall’Emisfero Meridionale. Una volta raffreddatasi diventa più densa, si porta in profondità compie il giro inverso, vero sud.
Il moto circolatorio aiuta a mantenere l’equilibrio nel clima globale, ma da tempo gli esperti temono che il Global Warming possa rallentare o arrestare l’AMOC. Lo scioglimento dei ghiacci prosegue e diluisce l’acqua di mare verso il Polo, rendendola meno densa di prima. Già questa lieve variazione ha provocato un rallentamento del flusso d’acqua negli ultimi anni.
Il Global Warming e l’equilibrio delle precipitazioni
La corrente atlantica si sta avvicinando lentamente ma in modo inesorabile al tipping point, ossia il punto di non ritorno. Guardando alla storia climatica del pianeta non è mai stata lenta in quindici secoli, e se dovesse rallentare ancora gli scenari possibili fanno tremare. L’Europa ad esempio rischierebbe inverni rigidissimi e ritrovarsi a fronteggiare tempeste frequenti.
Altre zone verso i Tropici, invece, vedrebbero l’effetto opposto perché il calore non verrebbe attenuato dalla presenza della corrente atlantica. Qui le precipitazioni diventerebbero sempre più scarse portando a condizioni di forte siccità e emergenza idrica anche per il sostentamento della popolazione che vi risiede. In sintesi, la distribuzione delle piogge cambierebbe in tutto il Pianeta.
Capire quale sia il livello di allarme relativo all’AMOC non è semplice perché la si monitora da meno di vent’anni. I punti dove si svolgono le analisi maggiori si trovano nella zona meridionale della Groenlandia e i dati elaborati fino a oggi sono sufficienti per i primi pronostici. La corrente potrebbe collassare entro il 2060, anche se alcuni temono che possa avvenire molto prima.