I tic sono disturbi del comportamento che a volte possono peggiorare in maniera profonda la qualità della vita, ma qual è l’approccio giusto per curarli?
I tic si definiscono come comportamenti incontrollabili e spesso inconsci che un soggetto mette in atto in determinate condizioni ambientali o di stress psicologico. Questi comportamenti possono essere molto differenti tra loro: si passa dal semplice sbattere ripetutamente e velocemente le palpebre fino a dire moltissime parolacce mentre fino a un attimo prima si stava avendo una conversazione normale.
Le persone che convivono con i tic spesso si sentono incapaci di avere una vita sociale e lavorativa normale. Si vergognano del proprio comportamento, tendono di reprimerlo e a volta evitano le situazioni che potrebbero scatenare i tic. Questo approccio “evitante” è molto negativo: accettare i propri tic e procedere a un approccio medico corretto è fondamentale per migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Uno dei problemi principali per le persone che soffrono di tic è capire a qual è il medico giusto a cui rivolgersi. Se, per esempio, sbattiamo le palpebre così tanto da irritare gli occhi, non bisognerà rivolgersi a un oculista, perché il problema che affligge gli occhi è solo una conseguenza del tic.
Se i tic si manifestano in un bambino è necessario consultare un neuropsichiatra infantile allo scopo di determinare se questi comportamenti motori incontrollabili non siano indici di problemi più gravi, come la sindrome da deficit di attenzione (ADHD). Se invece il problema si manifesta in un adulto, sarà essenziale ascoltare il parere di un neurologo esperto in problemi motori.
Per gli adulti una terapia efficace è la terapia psicologica di tipo cognitivo – comportamentale, che aiuterà il paziente a prendere coscienza dei propri movimenti ma anche delle situazioni e delle cause dirette che le scatenano. Essere più coscienti e più informati sulle cause dei tic aiuterà senza ombra di dubbio a gestirli con più consapevolezza e superarli con più facilità. Bisogna infine essere consapevoli che esistono terapie farmacologiche che possono diminuire la manifestazione dei tic, ma vengono prescritte solo nei casi in cui la terapia psicologica non ha dato i risultati sperati.
Un approccio estremamente invasivo, che permette di rimodulare il funzionamento del cervello per evitare che si manifestino i tic, consiste nell’applicare degli elettrodi direttamente nel cervello. Questi elettrodi, collegati a una batteria, “regolano” il funzionamento elettrico delle varie parti del cervello aiutando a rendere più lineare il comportamento. Inutile dire che un intervento chirurgico del genere si mette in atto soltanto nei casi più gravi, quando la vita del paziente è seriamente compromessa dalla manifestazione dei tic.
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