Secondo un recente studio gli uomini si dividono in 3 modelli di mascolinità: e tu, a quale fai parte? Scoprilo subito.
Quando volte abbiamo sentito affermare che “gli uomini sono tutti uguali”? Di sicuro un’infinità! Da oggi però arriva la smentita da parte della scienza. Secondo uno studio condotto dal Dottor John Oliffe, esperto di salute dell’Università della British Columbia, esisterebbero 3 modelli di mascolinità, ognuno caratterizzato da una serie di tratti distintivi.
L’indagine è stata condotta su un campione di 92 uomini etero di età compresa fra i 19 e i 43 anni, provenienti da contesti culturali diversi. Da qui sarebbe stato poi possibile individuare 3 sottogruppi con caratteristiche differenti e ben distinguibili tra loro.
Sei curioso di sapere a quale modello appartieni? Allora continua a leggere il nostro articolo e scopri qualcosa in più sulla tua personalità.
Gli uomini sono divisi in 3 modelli: ecco a quale appartieni secondo la scienza
Come abbiamo anticipato fin dall’inizio del nostro articolo, all’interno del suo studio il Dottor John Oliffe ha individuato 3 modelli di mascolinità in cui possono essere suddivisi tutti gli uomini.
A partire da questa interessante indagine, è stato possibile suddividere il genere maschile in queste categorie: neo-tradizionalisti, egualitari e progressisti. Cerchiamo di comprendere meglio il profilo di ognuno.
- Neo-tradizionalisti: seguono perlopiù i ruoli di genere tradizionali. Per esempio, tendono ad assumere la funzione di ‘protettore’ rispetto alla propria compagnia e si fanno carico delle responsabilità che ne derivano.
- Egualitari: cercano una relazione più paritaria. In particolare, necessitano di un rapporto dare-avere misurabile in cui uomo e donna totalizzino, per così dire, lo stesso punteggio.
- Progressisti: si impegnano per costruire la parità di genere all’interno della coppia con conversazioni ed azioni mirate per stabilire ‘chi fa cosa’.
Secondo il Dottor Oliffe il modello a cui un uomo appartiene influenzerebbe profondamente sia il tipo di rapporto instaurato con la donna che la sua salute mentale. Per esempio, gli uomini che hanno permesso l’equità di genere sono andati incontro ad un miglioramento del benessere mentale.
Al contrario, chi non condivide simili valori rischia di rimanere isolato e può attirare a sé forti critiche. Gli egualitari, in particolare, hanno ancora difficoltà a comprendere appieno il concetto di parità di genere, perciò suddividono i compiti al 50% con conseguente stress e malessere psicofisico.
Insomma, secondo Oliffe l’unico modo per riuscire davvero a superare la differenza di genere e promuovere un cambiamento significativo è affrontare in primis le strutture che influenzano i comportamenti degli uomini.