Dovendo scegliere la patologia più pericolosa al mondo viene da pensare a infezioni come la peste o il vaiolo. La realtà però è ben diversa…
Ci sono diversi nomi di malattie che anche solo pronunciati provocano un brivido lungo la schiena. Naturalmente nei secoli ne sono esistite molte: il colera, il tifo, la tubercolosi, la peste…e da poco si è conclusa la pandemia da Covid-19. Eppure nessuna di queste infezioni può considerarsi la malattia più letale. Viene allora da pensare ai tumori, di cui esistono ancora molte forme incurabili, ma siamo ancora distanti. Per capire quale sia, prima di tutto occorre definire cosa siano mortalità e letalità di una malattia.
La mortalità rapporta il numero di persone decedute in seguito a una patologia sul totale della popolazione presente nel territorio considerato. Non considera quindi il numero di persone infettate, ma solo le morti provocate. Quindi è considerata indipendentemente dall’aver contratto o meno una malattia. Per la letalità invece vale il discorso opposto, in quanto quando la si calcola non si considerano le persone sane.
Definire quanto letale sia una patologia infatti richiede di rapportare il numero di morti sul totale di chi risulta esserne affetto. In parole povere esprime qual è la probabilità di non farcela una volta che si è presa una malattia. Non considera affatto la facilità di trasmissione e quindi può essere molto alta anche per disturbi non infettivi. Basti pensare al cancro ai polmoni, altamente letale ma non contagioso.
La letalità più alta riguarda i problemi al cuore
Senza fare distinzione fra le diverse patologie quella che preoccupa di più è quella che provoca l’infarto. Un attacco cardiaco è letale attorno al 30-35% per gli uomini mentre per le donne si sale anche al 40%, solo a guardare le statistiche italiane. Ogni anno l’infarto del miocardio porta a milioni di morti e in generale le patologie che colpiscono le arterie coronarie sono tra le più letali al mondo. La peggiore però è la cardiopatia ischemica, di solito abbreviata in CAD.
Negli ultimi anni il numero di infarti è aumentato e una delle ragioni potrebbe essere legata all’invecchiamento della popolazione. Per intervenire tempestivamente in caso si verifichi un attacco di cuore dal 2021 in Italia è diventato un obbligo anche nelle scuole insegnare a usare il defibrillatore automatico esterno. Un rischio più alto lo si riscontra nelle attività sportive.