L’ inclusività è un aspetto a cui si deve lavorare di continuo, per consentire a chiunque la possibilità di accedere ai propri interessi: la svolta arriva proprio dal settore dei videogiochi.
The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom è un videogioco action-adventure sviluppato da Nintendo in arrivo in Italia. Tanto conoscono la saga e se ne sono appassionati, ma la vera novità riguarda una particolare modalità di gioco che consentirà ad un pubblico più ampio di divertirsi, evadendo dalle problematiche che normalmente incontrano coloro che hanno una disabilità.
Per creare una dimensione inclusiva infatti i giovani sordi, guidati da Natalia Colombo che ha dato il via al progetto essendo una grande fan della saga, hanno dato forma ad un glossario specifico per gamers nella lingua dei segni italiana, di cui Lis è l’acronimo.
La novità incredibile che riguarda i giovani affetti da disabilità uditiva: da oggi potranno giocare senza problemi
Il glossario è stato messo a disposizione di tutti online. Il progetto nasce principalmente in italiano, ma è stato poi esteso anche all’estero. Nello specifico alle comunità di sordi in Giappone, in India e in America. La direzione dell’ inclusività va percorsa ed estesa il più possibile tramite il sostegno che enti, organizzazioni, imprese possono fornire. Il progetto è stato infatti patrocinato dall’ENS (Ente Nazionale per la protezione e l’assistenza dei Sordi), dal Comitato Giovani Sordi Italiani e dalla Nintendo stessa.
Con questo progetto si intende ampliare il glossario Lis, ma anche diffonderlo, sensibilizzare e accrescere le consapevolezze in merito all’importanza dello strumento attraverso un mezzo, ovvero il videogame, che unisce persone e comunità a livello internazionale.
Queste lingue hanno una costruzione grammatica propria, una sintassi ma anche una comunità di riferimento. Nel tempo possono evolvere e soprattutto rappresentano un bagaglio culturale perché vengono trasmesse di generazione in generazione. Un dato emblematico è che queste lingue sono utilizzate da 72 milioni di persone nel mondo.
Il videogioco è uno strumento accessibile, in un certo senso più facile da rendere inclusivo, per la presenza di sottotitoli e per la possibilità di essere parte attiva del medium. In generale però l’industria videoludica ha molte difficoltà ad essere effettivamente inclusiva. Un incentivo è rappresentato dai premi conferiti a quei prodotti che riescono al meglio ad essere accessibili.