Ci sono 10 sintomi che ci indicano se è possibile che si stia sviluppando l’Alzheimer: se ci sono, meglio capirne subito qualcosa.
È una delle malattie più traumatiche e capaci di sconvolgere la vita di chi ne soffre e di chi sta vicini allo stesso malato. È la malattia di Alzheimer, una patologia progressiva che danneggia il cervello e alla lunga implica l’uso del pensiero, la memoria: ne è minata l’indipendenza della vita di tutti i giorni, anche perché più si va avanti e più c’è bisogno di assistenza. Dopo alcuni anni, infatti, sarà difficile riconoscere i propri cari e affrontare anche le cose apparentemente più semplici.
Ad oggi gli ammalati sono circa 55milioni in tutto il mondo, mentre in Italia i numeri arrivano a circa 1,2 milioni. Secondo le stime dell’Ansa, nel 2030 gli italiani affetti saranno 1,6 milioni. Gli scienziati ci dicono che la maggior parte dei casi interessa le persone anziani, dai 60 agli 80 anni, ma può capitare anche che essa inizi a manifestarsi anche in un periodo più giovanile. I primi sintomi dell’Alzheimer sono molto diversi e possono cambiare da paziente a paziente soggettivi. Nonostante questo, è possibile tracciare alcuni sintomi comuni a cui occorre prestare attenzione per riconoscere i primissimi sintomi dell’Alzheimer in modo precoce.
Ad oggi non esiste un esame che possa garantire una diagnosi di Alzheimer precoce, ma diversi sono gli indizi che devono far accendere un campanello d’allarme. La buona notizia è che esiste un decalogo su cui basarsi per capire se preoccuparsi o meno.
Iniziamo da quello più intuitivo: la perdita di memoria, quando essa compromette le capacità lavorative o di gestione della quotidianità. Difficoltà nelle attività quotidiane, magari se impedisce la programmazione di qualsiasi evento. Problemi di linguaggio che provocano la possibilità di seguire una conversazione con attenzione e semplicità. E poi ancora: disorientamento nel tempo e nello spazio, difficoltà nel pensiero astratto, la cosa giusta al posto sbagliato, cambiamenti di umore o di comportamento, cambiamenti di personalità, mancanza di iniziativa. Tutti segnali che devono farci preoccupare perché sono indicativi che qualcosa inizia a non funzionare. Come è intuibile, sono segni abbastanza riconoscibili perché, ad esempio, il malato comincia a non aver voglia di partecipare e continuare la vita che faceva prima, oppure compia atteggiamenti anomali o cambi radicalmente umore anche nella stessa giornata con troppa frequenza. Qualora ci sia questa preoccupazione, dunque, è bene consultare un medico, magari uno specializzato un neurologo.
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