Migliaia di consumatori avevano fatto causa a Johnson & Johnson: fallita una prima proposta d’accordo, l’azienda deve pagare.
Negli scorsi mesi il colosso produttore del settore farmaceutico si è trovato coinvolto in una bufera giudiziaria senza precedenti che potrebbe rovinare l’azienda. Moltissimi consumatori hanno infatti accusato Johnson & Johnson di aver commercializzato per anni un prodotto cancerogeno.
Il prodotto incriminato è stato utilizzato da milioni di genitori in tutto il mondo e, quindi, è entrato a contatto con milioni di bambini: si tratta del famoso talco in polvere utilizzato per assorbire il sudore dei bambini, soprattutto d’estate, ed evitare la formazione di piccole piaghe e arrossamenti, in particolare sulla pelle coperta dal pannolino.
Stando alle accuse – e alle prove di laboratorio che sono state prodotte – nella polvere di talco contenuta nei prodotti Johnson & Johnson sarebbe stato presente dell’amianto. Come sappiamo da anni l’amianto non è cancerogeno in sé, tuttavia quando l’amianto comincia a disgregarsi in polvere, e la polvere viene inalata, può provocare cancro ai polmoni.
Naturalmente il rischio è piuttosto alto quando si vive o si lavora all’interno di strutture costruite con parti in amianto, come il tetto o i rivestimenti interni, ma diventa massimo nel momento in cui l’amianto è già presente all’interno di un prodotto sotto forma d polvere sottilissima, come nel caso del talco.
Ad aver fatto causa all’azienda sono quindi persone ammalate di cancro e che per anni hanno utilizzato il talco Johnson & Johnson credendolo sicuro.
Il fallimento dell’accordo e la nuova proposta
Nel momento in cui l’azienda era stata chiamata in giudizio dai consumatori aveva immediatamente scaricato la colpa su un’azienda molto più piccola, incaricata della produzione della polvere di talco utilizzata nei prodotti a marchio Johnson & Johnson.
Appena dopo questa dichiarazione, l’azienda in questione (una piccola controllata dell’azienda principale) ha dichiarato bancarotta e ha presentato istanza di protezione fallimentare. I giudici non si sono fatti impressionare dall’astuta manovra finanziaria di J&J: l’azienda risulta ancora imputata e il processo è andato avanti. A questo punto Johnson & Johnson non ha avuto altra scelta se non cercare un accordo economico con i consumatori che le hanno fatto causa.
La proposta attuale – non ancora approvata dalla corte – è un gigantesco risarcimento che ammonterebbe a 8,9 Miliardi di Euro da ripartire, naturalmente, tra tutti coloro che hanno trascinato la Johnson & Johnson sul banco degli imputati. Secondo l’azienda si tratta di “un modo equo ed efficiente per risolvere tutti i contenziosi” attualmente aperti.
Una curiosità: a partire dal 2023 la composizione del talco della J&J naturalmente sarà cambiata. Al posto dell’amianto sarà impiegato dell’amido di mais, lo stesso che viene impiegato come addensante in cucina e in pasticceria.