Quante volte si è sentito dire “è il Karma”? Molti usano questo termine senza capirlo davvero, ed è ora di chiarire alcuni aspetti.
Un altro modo di indicare questo fondamentale principio legato al Buddhismo è quello di “legge causa-effetto“. In Occidente molti lo intendono come una sorta di destino ma in realtà si tratta di un concetto molto più articolato e complesso che non abbiamo nella nostra cultura. La base è che ogni azione compiuta, sia dal singolo che dalla sua famiglia, ha un effetto su ciò che si potrà ottenere. In tutto ci sono dodici principi chiamati “leggi del Karma” che possono spiegare il funzionamento di questo equilibrio universale.
La prima legge enuncia come segue: “ciò che semini, raccoglierai“. In sintesi per trovare l’amore bisognerebbe prima di tutto essere disposti a darne, come per essere aiutati serve essere disponibili a propria volta. Tuttavia il Karma non si lascia ingannare: le buone azioni secondo il Buddhismo sono premiate solo se l’intenzione che le spinge è pura. Il secondo principio o legge della creazione è collegato al primo in quanto dice che la passività non è ammessa. In quanto parte di un sistema e di una società occorre prendere l’iniziativa perché nulla arriva per pura fortuna.
La terza e la quarta legge del Karma parlano invece dell’autocritica, infatti sono dette legge dell’umiltà e della crescita. Sanciscono che per un portare un cambiamento la prima cosa su cui operare è sé stessi, non gli altri o il mondo esterno. In fondo non è raro che la radice del problema sia il proprio atteggiamento.
Il Karma è neutro
Molti affermano che questa legge universale punisce chi non rispetta le sue leggi ma il principio è diverso. Non si tratta di un’entità come le divinità classiche che è ben disposta verso alcuni e meno verso altri, anzi non prende mai le parti di nessuno. Sono le persone ad attirare fortuna o sventure a seconda di come si comportano, senza poter dare responsabilità ad altri.
Letta in questo modo la legge del Karma favorirà comunque chi di natura è altruista e incline all’aiutare gli altri. L’undicesimo principio detto “della pazienza e della ricompensa” rende infatti chiaro che non si può sapere quando si avrà un ritorno dalle proprie azioni. In fondo molti affermano che il Karma sia influenzato anche dalle vite precedenti, ma anche credendo nella reincarnazione non potremmo mai ricordarcele.