Per capire se sia possibile ottenere la pensione di invalidità dall’INPS occorre verificare se la propria patologia sia nell’elenco riconosciuto.
Quando si parla del concetto di invalidità riconosciuto dall’INPS ci sono alcune precisazioni da fare. Esiste infatti una profonda differenza fra lo stato di invalidità civile e quella specifica o pensionabile. La prima consente di accedere a forme di assistenza come l’assegno per gli invalidi civili o la pensione omonima e riguarda la riduzione generale della capacità di lavorare. L’invalidità INPS invece considera le difficoltà insorte per quanto riguarda la specifica professione in seguito a una patologia. La malattia invalidante deve però essere presente nell’elenco riconosciuto, dove i disturbi sono divisi per apparato.
Quelle a cui fare attenzione sono le patologie per cui l’INPS riconosce un’invalidità pari al 100%. Oltre alle malattie fisiche ci sono alcuni disturbi psichici che rientrano in questa categoria, come lo schizofrenia residuale grave e il ritardo mentale profondo. Tra le patologie a carico del sistema cardiocircolatorio che danno diritto alla pensione ci sono le aritmie non trattabili con pace-maker e le miocardiopatie gravi. Anche chi ha subito trapianti complicati (cuore, fegato o intestino) può essere considerato invalido al 100% a seconda del decorso.
Passando alle problematiche a carico del sistema respiratorio sono riconosciute dall’INPS la pneumonectomia (asportazione del polmone) e la tubercolosi estesa al parenchima e alla pleura. Per il sistema neurologico alcune tipologie di epilessia (es.generalizzata con crisi quotidiane), l’afasia grave e la malattia di Parkinson grave. Tra le malattie congenite ci sono la fibrosi cistica e le anomalie cromosomiche come la sindrome di Patau che possono riconoscere l’invalidità totale.
A quanto ammonta la pensione
In tutti i casi occorre comunque farsi rilasciare un certificato medico che attesti sia la patologia che le cure sostenute. Chi è riconosciuto invalido al 100% ha diritto a percepire dall’INPS 286,81 euro per 13 mensilità e in più un contributo noto come indennità di accompagnamento. Per l’anno corrente questa ammonta a 520,29 euro mensili e viene corrisposta per 12 mensilità.
Anche chi ha un grado di invalidità inferiore al 100% (fino al 74%) può aver diritto alla pensione, anche se non beneficia dell’indennità di accompagnamento. In caso la malattia da cui si è afflitti non compaia nell’elenco si può comunque richiedere al proprio medico di presentare la richiesta allegando il certificato. Se la commissione medica rifiuta la richiesta si può fare ricorso e spedire la propria documentazione medica.