Quando parliamo di Intelligenza Artificiale, pensiamo a un mondo lontano fatto delle più moderne tecnologie in grado di compiere azioni rivoluzionarie degne di un universo futuristico in cui macchine e uomini convivono.
Oggi l’IA è realtà. Il suo utilizzo, infatti, è molto più concreto di quanto si possa immaginare e viene utilizzata in diversi settori della vita quotidiana. Ad esempio, creare foto con essa è l’argomento che, nelle ultime settimane, coinvolge il pubblico italiano.
In termini tecnici l’Intelligenza Artificiale consente la programmazione e la progettazione di sistemiin grado di dotare le macchine di alcune caratteristiche tipicamente umane, ovvero le percezioni visive, spazio-temporali e decisionali. Un sistema intelligente, dunque, ma perché desta la preoccupazione proprio di un colosso della tecnologia come Elon Musk?
Bisogna imparare a comprendere l’IA e poterla utilizzare evitando di esserne travolti. Questa pone “profondi rischi per la società e l’umanità” e servirebbe una “pausa” di almeno sei mesi nell’addestramento dei sistemi più avanzati: è questo il pensiero di Elon Musk, che ha lanciato l’allarme insieme ad altri 1000 fra ricercatori e manager, con una lettera aperta pubblicata su “Future of life Institute”.
Il colosso dell’imprenditoria si è quindi rivolto agli sviluppatori del sistema, richiedendo uno stop o una moratoria dei governi, al fine di evitare uno sviluppo incontrollato: necessari sarebbero dei protocolli di sicurezza condivisi. I sei mesi, quindi, dovrebbero essere utilizzati per sviluppare dei sistemi di governance e riorientare la ricerca per garantire che siano più accurati, sicuri, “affidabili e leali”. Le implicazioni etiche e morali derivanti da questa rivoluzione non possono essere sottovalutate e giacché questa tecnologia è nelle mani di tutti non è garantita una gestione che prevede degli effettivi limiti, con tutti i rischi del caso.
Ma non tutti la pensano come Elon Musk: un altro grandissimo del mondo dell’informatica e dell’imprenditoria mondiale, il fondatore di Microsoft Bill Gates, ha parlato in termini meno apocalittici dell’IA, esprimendo perplessità circa la possibilità di una pausa di sei mesi nello sviluppo dei progetti alla ChatGpt.
“Una pausa allo sviluppo dell’intelligenza artificiale non risolverebbe le sfide future”, ha dichiarato Bill Gates che anzi ritiene sia necessario “concentrarsi su come utilizzare al meglio gli sviluppi dell’AI, poiché sarebbe difficile capire come una pausa potrebbe funzionare a livello globale”. Le sue parole a Reuters Online seguono d’altra parte un post pubblicato sul suo blog, intitolato “The Age of AI has begun” (“L’era dell’IA è iniziata”), in cui sottolineava come l’Intelligenza Artificiale potrebbe avere un impatto positivo, potendo contribuire a ridurre le disuguaglianze del mondo, eliminando le barriere linguistiche e velocizzando l’assistenza sanitaria (fra le altre cose).
E in merito alla lettera aperta precedentemente cita, Gates ha inoltre sottolineato come una moratoria sarebbe di difficile applicazione: “Non capisco davvero chi dovrebbe fermarsi, quali Paesi e perché. Certo ci sono tante opinioni diverse in questo settore…quello che dobbiamo fare è identificare le aree difficili su cui intervenire”
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