La malattia renale cronica è una delle patologie più diffuse tra la popolazione italiana: secondo alcuni dati l’8% ne soffre.
La malattia ai reni è molto diffusa nella popolazione italiana: si tratta di una patologia che purtroppo agisce inizialmente senza manifestare grandi sintomi, o addirittura impercettibili. Essa infatti esce fuori sul paziente quando è in già in fase avanzata e per cui le cure da adottare devono ricorrere all’urgenza.
Nei giorni scorsi si è tenuta la Giornata Mondiale del Rene 2023 (WKD – World Kidney Day), un evento importante nella branca della medicina che ogni anno aiuta a sensibilizzare e informare su un tema così delicato come l’insufficienza renale. In Italia ne soffre l’8% della popolazione, un dato che però per ragioni anagrafiche aumenterà nel corso degli anni a causa dell’invecchiamento della popolazione. Nel nostro Paese sono in dialisi circa 50 mila pazienti ed altrettanti vivono grazie ad un rene trapiantato. Le cifre vanno ancora peggio ulteriormente rivolgendo lo sguardo alla situazione nella sua globalità: 850 milioni di persone convivono con questa malattia, circa il 10-15% della popolazione mondiale.
I sintomi della malattia renale cronica purtroppo non si manifestano già dagli albori, per cui riuscire ad intercettarli almeno nella fase iniziale non è facile. Si parla appunto di asintomaticità. Spesso chi ne soffre ha un un edema (gonfiore) alle gambe ed al volto, soprattutto al mattino appena svegli, una stanchezza inusuale, riduzione dell’appetito accompagnata da nausea e vomito, alterazioni del sonno e delle urine schiumose.
Proprio perché i sintomi della malattia renale cronica non richiamano direttamente alla funzione del rene, e possono presentarsi anche nel corso di altre patologie, solo degli esami specifici possono condurre ad una diagnosi corretta: “Per accertare la presenza di una malattia renale è sufficiente un esame del sangue per la misurazione della creatininemia ed un’analisi delle urine per misurare i livelli di albumina. Se questi valori dovessero risultare alterati, allora sarà necessario sottoporre il paziente ad un ulteriori esami diagnostici per stabilire la stato di avanzamento della malattia”, aggiunge Bianchi. Per una diagnosi corretta di insufficienza renale e delle sue cause scatenanti, sono fondamentali: l’esame obiettivo, l’anamnesi, le analisi del sangue, le analisi delle urine e alcuni esami di diagnostica per immagini. In alcuni frangenti, potrebbe risultare indispensabile anche il ricorso a una biopsia renale. L’esame obiettivo e l’anamnesi sono due valutazioni diagnostiche che forniscono utili informazioni in merito ai sintomi e ai segni manifestati dal paziente. Inoltre, permettono al medico di capire lo stato di salute della persona sotto esame e di farsi un’idea delle possibili cause della sintomatologia in atto.
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