Marco Mengoni, trionfa a Sanremo, ma preoccupa i fan. Ecco cos’è il neurofeedback, che utilizza da anni per combattere la sua sofferenza.
Marco Mengoni è una delle voci migliori che il nostro Paese può vantarsi di avere. Delicata e forte allo stesso tempo, la voce dell’artista di Ronciglione ha conquistato subito il cuore di tanti fan.
Fin dalla sua partecipazione a X Factor, nel lontano 2009, molti avevano capito di che pasta fosse fatto. Il primo a puntare su di lui fu Morgan, che lo aiutò ad emergere e a prendersi la vittoria che poi l’ha portato al successo.
Chi segue Marco da sempre sa che l’emotività ha sempre fatto parte di lui, ed è stata sempre un problema, almeno per lui. Allora Marco Mengoni era solo un ragazzino, che cercava senza successo di tenere a bada quell’emotività anche troppo pronunciata.
Oggi Marco colleziona un successo dopo l’altro e può vantare una carriera più che consolidata. La sua sensibilità è diventata la risorsa più grande, che lo aiuta a distinguersi dagli altri artisti. La sua emotività ha anche dei lati negativi: l’ansia e lo stress possono portare tanti problemi a chi fa un mestiere come il suo, che lo vede essere sempre al centro dell’attenzione.
Come fa Marco Mengoni a tenere a bada ansia e stress? A quanto pare il cantante ha un trucco che in pochi conoscono ma che lo sta aiutando molto nel controllo delle emozioni negative.
Si tratta del Neurofeedback: un sistema innovativo che aiuta a visualizzare e controllare le frequenze celebrali. Il sistema funziona come un normale elettroencefalogramma, che tiene traccia delle aree celebrali attive durante determinate attività. Con questo sistema i soggetti sottoposti ad elettroencefalogramma, possono però visualizzare i risultati degli stimoli a cui sono sottoposti.
Visualizzando il risultato di questi impulsi, la persona può imparare ad educare il proprio cervello a neutralizzare le emozioni negative. Con una terapia continuativa di almeno 3 volte a settimana, tutti possono provare ad educare il proprio cervello.
A questo trattamento ci si può sottoporre con l’aiuto di uno psicoterapeuta e di uno psicofisiologo. Il metodo del neurofeedback è utilizzato anche nei casi di DSA per aiutare i bimbi a ritrovare la concentrazione e capire come far funzionare bene il loro cervello.
Un metodo innovativo che potrebbe aiutare tantissimo chi soffre di ansia e che da qualche anno aiuta Marco Mengoni a dare il meglio anche sotto pressione. Se siete curiosi del metodo ma avete un po’ paura, state tranquilli: non c’è nessuno effetto collaterale.
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