Esiste un modo per conoscere il vero te stesso? I consigli di un’esperta psicologa per riuscire a conoscersi veramente.
Si apprende presto che la vita in società comporta la necessità di indossare delle maschere. Sin da quando si è a scuola si è costretti a seguire delle regole, rispettare dei programmi, interessarsi a cose di cui probabilmente non si sente il bisogno o di cui semplicemente non vogliamo sapere nulla. Tra i banchi di scuola non ci vengono solamente insegnate delle nozioni, ma ci vengono instillate delle regole che ci consentono di vivere in società solo imparando a sopprimere una parte di noi stessi.
Con il passare del tempo ci dimentichiamo anche di quei desideri, di quelle aspirazioni e di quelle pulsioni che avevamo in origine e finiamo per identificarci in ciò che gli altri (che siano genitori, insegnanti o compagni di classe) si aspettano di vedere da noi. Ben presto subentra una enorme confusione su ciò che siamo e ciò che vogliamo veramente dalla nostra vita. Una confusione che ci porta a seguire dei consigli o degli esempi pur di scegliere una strada in un momento in cui probabilmente non siamo pronti a prenderla.
Proprio per questa ragione molte persone si trovano poi più in là con gli anni a provare una profonda crisi spirituale, a non riconoscersi e a non sapere più chi si è veramente. Una volta raggiunti determinati obiettivi e una volta fatti determinati passi, ci si rende conto che la soddisfazione dura un secondo e che sentiamo immediatamente il bisogno di fare altro e di andare oltre. In quei momenti ci si chiede se le scelte compiute e le strade intraprese sono state frutto della nostra volontà oppure di anni di condizionamenti.
Un’esperta psicologa spiega che spesso ci sentiamo frustrati e in crisi poiché riconosciamo che le etichette che ci sono state affibbiate dalla società sono delle catene che ci impediscono di esprimerci. Il primo passo da compiere è dunque liberarci di quelle catene, rifiutando quelle etichette che la società ci ha affibbiato. Ma farlo non è che il primo passo di un percorso che probabilmente non ha mai fine.
Il secondo consiglio che ci viene dato, infatti, è quello di liberarci dall’indecisione e dalla paura e di cominciare a scegliere con la nostra testa. Solo nel momento in cui riusciamo a scegliere senza subire dei condizionamenti esterni riusciamo infatti ad esprimere noi stessi. Solamente chi è in grado di prendere delle decisioni autonome è davvero felice. Ma cosa bisogna fare in un contesto in cui non c’è un obbligo decisionale e non si sa quale strada intraprendere?
In un caso come questo probabilmente non si ha ancora la necessità di scegliere qualcosa. Significa insomma che bisogna maturare una scelta e sarebbe il caso di non indugiare troppo sulla questione e attendere il momento in cui si è pronti per fare una scelta di vita importante. Potrebbero servire nuove esperienze o semplicemente del tempo per valutare bene pro e contro di una decisione.
Per essere felici, bisogna essere coerenti con le scelte prese. In un contesto in cui non abbiamo tutte queste possibilità di scelta, infatti, dobbiamo prima capire quali sono le nostre priorità, quindi basarci su quelle per prendere una decisione. Per farlo dobbiamo liberarci dai condizionamenti esterni, imparare a dire di no quando qualcosa non la troviamo giusta per noi, valutare ciò che proviamo e scegliere senza tradire i nostri valori.
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