I naturalisti ne avevano perso traccia da oltre mezzo secolo. Ed eccolo ricomparire e lasciare la comunità scientifica letteralmente a bocca aperta.
La scoperta è stata effettuata in un ranch californiano, negli Stati Uniti d’America, e ha entusiasmato l’intera comunità scientifica internazionale. Si tratta di un piccolissimo essere vivente, un coleottero carabide, comunemente denominato maggiolino. E l’eccezionalità della scoperta è che di questa specie non si avevano più tracce da oltre mezzo secolo, 55 anni per la precisione.
E non solo: fino allo scorso secolo, quando l’insetto era noto e non ancora considerato “estinto”, a causa della sua rarità non era mai stato studiato, nominato e nemmeno catalogato. Per questo motivo il mondo della entomologia – ovvero quel ramo delle scienze biologiche che si occupa dello studio degli insetti – ha accolto la notizia con particolare eccitazione ed entusiasmo.
Il ritrovamento dell’esemplare di maggiolino è avvenuto a Freshwater Creek, un’area della California dal preziosissimo valore geologico, botanico, antropologico e storico. Oggi parte dell’area, corrispondente a 2.500 acri di terreno, è di proprietà dell’ex governatore californiano Jerry Brown che, ben conscio del valore naturalistico del luogo, permette a scienziati ed esperti di esplorarlo a contributo e beneficio della ricerca.
La nuova denominazione della specie e le sue caratteristiche principali
Chissà se il governatore avrà mai anche solo ipotizzato cosa potesse comportare quella sua concessione di ricerca: perché gli scienziati, dopo aver compreso che si trattava proprio del “famoso” maggiolino dato per scomparso per oltre mezzo secolo, mai denominato né catalogato, hanno quindi deciso di battezzarlo a suo nome. La specie infatti, che è una sottofamiglia degli scarabei, è stata battezzata Bembidion Brownorum proprio in suo omaggio.
Il maggiolino misura non più di 5 millimetri di lunghezza e le sue ali sono ricoperte da una fluorescenza color verde e oro. Il suo scopritore è il professor Kipling Will, entomologo e ricercatore dell’Università di Berkeley in California, che al primo avvistamento ha notato un’insolita forma della parte alta del torace dell’insetto, il protorace, completamente diversa da quella delle specie già note.
Ed ecco quindi l’emergere dei sospetti che si trattasse proprio del “maggiolino senza nome” e dato per estinto 55 anni prima. Dopo un’accurata analisi morfologica e la mappatura del DNA, ecco dunque giungere le conferme. E ora gli studi proseguono per comprendere con maggior chiarezza le caratteristiche peculiari della specie.