Ecco cosa cambia in merito agli orsi, dopo la tragedia che nei boschi del Trentino Alto Adige è costata la vita a un ragazzo
È ancora vivido il ricordo della triste vicenda di Andrea Papi, il giovane runner che nei boschi dietro casa sua ha perso la vita a causa dell’incontro fortuito con un orso, il 5 aprile 2023. Da quel momento, l’Italia e l’Europa si sono divise in merito alla sorte dell’animale: da un lato c’è chi ne sostiene l’abbattimento per questioni di sicurezza, ma dall’altro c’è chi crede che ucciderlo non risolva niente né riporti in vita Andrea. Ora, però cambia tutto.
L’orsa responsabile dell’attacco si chiama Jj4 e la sua presenza in quelle zone del Trentino Alto Adige è frutto di un progetto che, qualche anno fa, ha riportato nella regione alcuni esemplari con l’obiettivo di riportare l’orso in queste zone, dove era autoctono fino a pochi anni prima. Ad oggi, però, c’è chi dichiara quel progetto definitivamente fallito: ecco cosa cambia.
Nuove regole dall’Unione Europea in merito agli orsi: tutte le novità
In Italia, quella di Andrea Papi è la prima morte in assoluto per attacco di un orso. Proprio per questo motivo, ci si sta interrogando a lungo in merito alle sorti dell’animale e, più in generale, al modo in cui va gestita la presenza di questo animale nei boschi del Trentino Alto Adige e delle altre regioni in cui c’è.
Nel frattempo, però, un portavoce della Commissione Ue ha chiamato in causa la direttiva europea Habitat, la quale prevede la possibilità di autorizzare la cattura o l’uccisione di esemplari di specie protette nell’interesse della salute e della sicurezza pubblica. Nata nel 1992, questa direttiva è fondamentale in merito alla conservazione della biodiversità e, anche se si fonda sulla tutela di qualsiasi specie, in realtà prevede delle eccezioni nel caso di animali che causano danni gravi o che si siano resi pericolosi.
L’orso bruno, insieme al lupo Canis lupis, alla lince eurasiatica e al ghiattone è uno degli quattro grandi carnivori descritti come i più complessi, in termini di conservazione. “Tale complessità è dovuta al fatto che essi hanno una vasta area di ripartizione che si estende al di là dei confini regionali e nazionali e che possono entrare in conflitto con le attività economiche umane, come l’agricoltura” spiega la direttiva. In Slovenia, ad esempio, proprio per tale complessità è stato di recente emanato un ordine di abbattimento di 230 orsi, così come la Romania che ha in programma di ucciderne più di 400: per quanto riguarda le sorti di Jj4, però, al momento è tutto fermo.