Molti fin da bambini soffrono di acrofobia, meglio conosciuta come paura dell’altezza. Si tratta di uno stato di forte ansia che deriva spesso da un trauma.
Quando si parla di acrofobia la prima cosa da chiarire è che non si tratta solo delle vertigini. Queste infatti sono una condizione medica in cui si sente disorientati e poco stabili sul terreno.
Sentirsi così può capitare anche in circostanze diverse da quelle in cui si sia in quota, per esempio se ci si alza di scatto. La paura dell’altezza, invece, è uno stato di malessere simile per sensazione ma che nasce dall’ansia di trovarsi in un punto sopraelevato.
Si parla di fobia perché mentre è normale agitarsi all’idea di stare di fronte a un baratro senza barriere chi ne soffre entra nel panico anche se ci sono delle protezioni. Ci sono intensità diverse, per esempio c’è chi ha paura di altezza grandi mentre altri che già faticano a salire su una scala a pioli. Per essere sicuri che si tratti di acrofobia occorre che questi attacchi d’ansia si manifestino da tempo (almeno sei mesi) e che le circostanze in cui si verificano siano sempre le stesse.
Tra i sintomi più comuni, c’è uno stato di angoscia che insorge già solo a pensare di trovarsi in un posto alto e la tendenza ad evitare tali luoghi. Se ci si trova in una posizione sopraelevata si prova desiderio di fuga, il battito accelera e a volta c’è anche una sensazione di nausea.
Cosa accade all’interno del cervello
Soffrire di acrofobia porta a l’encefalo a reagire come farebbe in una situazione di pericolo, dato che percepisce il trovarsi in alto come tale. La paura infatti innesca l’azione dell’amigdala, la parte del cervello più connessa alle emozioni e ai cosiddetti “stimoli paurosi”.
Quando se ne incontra uno, l’amigdala rilascia gli ormoni dello stress, tra cui il cortisolo. La sua funzione è aumentare la glicemia nel sangue per avere l’energia per reagire.
Dopo questa prima reazione, se la persona non riesce a calmarsi, l’ipotalamo e la corteccia prefrontale amplificano la risposta ed entra in circolo l’adrenalina. Proprio questo ormone provoca l’accelerazione del battito e della frequenza respiratoria.
A questo punto, l’istinto di mettersi al sicuro porta chi ha paura dell’altezza ad aggrapparsi a qualcosa o a inginocchiarsi a terra. A scatenare tutto è di solito un ricordo di un trauma rimasto nel subconscio.