Oggi andremo ad analizzare le differenze tra pensione di vecchiaia e quota 41. Scopriremo qual è la migliore delle due: cosa considerare
Sono tante le differenze tra pensione di vecchiaia e quota 41. A seconda del cittadino che la richiede potrebbe andare meglio l’una o l’altra. Oggi andremo a vedere tutti i parametri che bisogna considerare una volta presentata la richiesta e soprattutto qual è la migliore per ogni situazione.
La pensione è quel sussidio erogato dallo stato dopo che un cittadino ha raggiunto una certa età o dopo aver accumulato un determinato numero di anni di lavoro. Questo meccanismo di protezione sociale serve soprattutto per assicurare un’adeguata copertura finanziaria a tutte le persone anziane o disabili, vale a dire coloro che non hanno più la possibilità di lavorare o che hanno raggiunto l’età pensionabile.
Ad oggi, in Italia le pensioni vengono erogate dall’Inps e l’importo può variare a secondo dei contributi versati nel corso degli anni. Ci sono diverse modalità per andare in pensione, c’è chi va con 42 anni di contributi, chi percepisce quella di vecchiaia, quella anticipata ed infine quota 41. Oggi andremo a vedere le differenze tra questa e, di conseguenza, capirete qual è la più conveniente per la vostra situazione.
Pensione di Vecchiaia o quota 41? Cosa ti conviene: come effettuare la scelta
Tutti coloro che percepiscono la pensione con 42 anni di contributi potranno ricevere un assegno mensile con un contributo più alto rispetto a quella ordinaria di vecchiaia, per la quale serve un’età di 67 anni e 20 anni di contributi. Oggi per andare in pensione con 42 anni di contributi c’è quella che è definita come pensione ordinaria “anticipata” e Quota 41. In questo primo caso, l’età anagrafica è irrilevante e si potrà andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi.
Mentre, invece, Quota 41 è prevista per i c.d. lavoratori precoci vale a dire coloro che fanno parte di categorie specifiche di lavoratori e che hanno almeno un anno di anzianità contributiva prima del 19esimo anno d’età. Poi tutti i cittadini potranno anche accedere a Quota 103. Con questa sarà possibile andare in pensione per tutti coloro che nel corso di quest’anno maturano 41 anni di contributi ed avranno almeno 62 anni. La pensione ordinaria è quella ricevuta dopo il 67esimo anno d’età e 20 anni di contributi. Questa permette di avere una media retributiva di 40mila euro l’anno e si calcolano circa 16mila euro lordi l’anno.
Mentre tutti coloro che andranno in pensione con l’ordinaria anticipata dovranno aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi se uomo, mentre se donna ci vorranno 41 anni e 10 mesi. In questo caso, si percepiranno 30mila euro lordi l’anno. Stiamo parlando di circa 1.400 euro di pensione al mese. Stesso numero vale anche per chi andrà in pensione con Quota 41. Infine, per tutti coloro che andranno in pensione con Quota 103, ovviamente possedendo tutti i requisiti, potranno ricevere un assegno mensile che si aggira intorno ai 2.840 euro.