Brutte notizie sul fronte pensioni: nel 2023 gli importi registrano un nuovo crollo, ecco chi perderà oltre 340 euro al mese.
Non è un paese per pensionati. Secondo uno studio del sindacato Uilp, il loro potere d’acquisto è crollato tra il 2011 e il 2022. E quest’anno, considerando anche la mancata piena rivalutazione, gli assegni previdenziali continueranno a scendere. Il governo Meloni ha infatti deciso, con l’ultima legge di Bilancio, una stretta sugli adeguamenti degli importi.
Nel dettaglio, la flessione va dal 15% al 68%, e a farne le spese sono ben 3,5 milioni di pensionati, pari a circa il 28% del totale. Numeri alla mano, una pensione che nel 2011 ammontava a 1.500 euro lordi mensili, nel 2022 vale 58 euro in meno, con una riduzione del potere d’acquisto di 760 euro all’anno. Considerando un assegno mensile da 3.500 euro, invece, dal 2011 al 2022 la perdita mensile è di 340 euro, con una riduzione del potere d’acquisto annuale di ben 4.450 euro.
E nel 2023 c’è poco da festeggiare. Considerando una pensione da 2.500 euro lordi, la perdita è di circa 25 euro al mese, ovvero circa 325 in un anno. Nel caso invece di un assegno mensile di 3.000 euro, nel 2023 la perdita di potere d’acquisto è di 92 euro al mese, circa 1.200 in un anno. E ancora, per un importo mensile di 3.500 euro lordi, si sono persi più di 115 euro al mese, ovvero circa 1.500 euro in un anno.
La Uil pensionati parla di tagli consistenti, con una forbice che va dal 15% al 68% per gli assegni con importi più alti. Il risultato per il 2023 è un risparmio di circa 3,5 miliardi di euro lordi e 2,1 netti. Non a caso il sindacato, per bocca del suo segretario Pierpaolo Bombardieri, denuncia come la mancata perequazione delle pensioni abbia comportato in questi ultimi anni un’importante perdita di potere d’acquisto per i cittadini italiani a riposo. Si tratta secondo Bombardieri di “un furto senza neppure la destrezza perché si cambiano le regole mentre si gioca una partita”.
Il risultato per i pensionati vittime dei tagli è un danno economico che ti “porti dietro tutta la vita, non è un danno solo momentaneo”. E che solleva un interrogativo pesantissimo: “Ma quale fiducia si può avere in uno Stato che modifica le regole mentre il gioco è in corso?”, insiste il sindacato. Si attende una risposta.
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