Ponte Morandi e una verità che nessuno avrebbe mai voluto ascoltare. Una tragedia che ha segnato per sempre 43 famiglie ed un’intera città: Genova.
L’immagine di quel ponte spezzato in due come una tavoletta di cioccolato, è rimasta impressa nella mente di tutti. In quel momento però non si è spezzato soltanto una parte di un viadotto. Nel medesimo, tragico istante si sono spezzate 43 vite e le esistenze di 43 famiglie. Ora viene fuori una verità che indigna.
Nonostante fosse il giorno prima di Ferragosto a Genova, quel maledetto 14 agosto 2018, pioveva in maniera incessante. Erano le 11.36 e, come al solito, sul viadotto il traffico era molto intenso. È infatti un tratto importantissimo della viabilità del capoluogo ligure. In quel giorno e in quell’ora, un tratto di 200 metri del viadotto sul torrente Polcevera crollava portandosi dietro diversi automezzi. Appena avvenuta la tragedia sul viadotto della A10, decine di Vigili del fuoco tentavano di recuperare le vittime e cercavano, disperatamente, eventuali superstiti. Per un immediato supporto giungevano, inoltre, sul luogo del disastro diverse squadre di pompieri provenienti dal Piemonte, Lombardia e Veneto.
Oggi sono in tutto 59 le persone imputate al processo per la tragedia del ponte Morandi. L’accusa è terribile: ognuno di loro era a conoscenza delle condizioni del viadotto sul torrente Polcevera, ma nessuno ha fatto nulla per risolvere le evidenti problematicità.
Sono ormai passati quasi cinque anni dalla tragedia del ponte Morandi, lo stesso tempo atteso dai familiari delle 43 vittime che chiedono soltanto una cosa: giustizia. Il processo cercherà di individuare le responsabilità di chi doveva intervenire e non è intervenuto.
Perché ormai non vi è più dubbio come alcune parti del viadotto, poi crollate il 14 agosto 2018, fossero in pessime condizioni, per usare un eufemismo, già da anni. Proprio da qui parte una presunta, terribile verità. L’udienza di venerdì ha visto, tra le altre, la testimonianza dell’ex consulente di Autostrade che ha svelato come si fosse ipotizzato, già nel lontano 1991, la possibile demolizione del Ponte Morandi.
Autostrade, sempre secondo l’ex consulente, non ha mai preso in considerazione tale ipotesi e ha continuato, nel corso degli anni, a piccoli interventi tesi a risolvere grandi problemi. Autostrade ha continuato “a mettere pezze per decenni“, come riportato da genova24.it. Una verità agghiacciante che fa ritornare in mente la frase che più spesso accompagna le tragedie italiane: una tragedia evitabile. 34 famiglie chiedono che venga fatta chiarezza perché 34 persone potrebbero essere morte soltanto per un’omicida negligenza. E se è vero, come è vero, che la tragedia del ponte Morandi era una tragedia evitabile, almeno quelle 34 morti non siano vane.
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