La matematica è facile per alcuni e un mondo inesplorato per molti. Per chi ha difficoltà, tuttavia c’è un sistema innovativo che agisce a livello cerebrale.
Quanti a scuola avevano difficoltà a capire le formule di geometria o i calcoli con più di due cifre? La matematica è l’incubo di molti studenti e in alcuni casi lo rimane anche da adulti. Per migliorare i voti c’è chi prende ripetizioni e chi continua ad esercitarsi, ma secondo uno studio condotto fra tre grandi atenei tra cui l’Università di Oxford la soluzione è molto più semplice.
I ricercatori hanno coinvolto 102 volontari per uno studio volto a verificare l’efficacia di alcuni stimoli per migliorare le capacità matematiche. I partecipanti sono stati messi alla prova tramite dei test per capire le loro abilità in questa materia, dopodiché sono stati suddivisi in quattro gruppi. Tre di questi ha ricevuto uno stimolo mentre il quarto costituiva il gruppo di controllo a cui rapportare i risultati degli altri.
La stimolazione consisteva in rumore ad alta frequenza generato elettricamente. Queste onde sonore pare che siano in grado di avere un effetto sui canali cellulari che generano la trasmissione dello stimolo elettrico fra neuroni. Aumentano così l’eccitabilità della corteccia cerebrale, da cui deriva una maggiore capacitò di apprendimento.
Una stimolazione efficace per chi ha scarse capacità in matematica
Rispetto al gruppo di controllo coloro che avevano ricevuto lo stimolo del rumore ad alta frequenza, riscontravano miglioramenti in matematica. Questo, però, avveniva solo se erano risultati scarsi in precedenza, mentre chi appariva già portato per la logica e il calcolo, manteneva un livello simile. I più bravi avrebbero poco da ricavare da questa tecnica, mentre vale il contrario per chi è poco portato.
Questa conclusione mostra che il miglioramento si può raggiungere in modi diversi a seconda delle capacità presenti dal principio. Chi sembra meno recettivo verso la matematica migliora con questo sistema, ma non funziona allo stesso modo per tutti. Si tratta dello stesso principio alla base del metodo di studio personalizzato in fondo.
La stimolazione utilizzata è di tipo non invasivo per i partecipanti, che prima e dopo il trattamento si cimentavano con problemi che richiedevano di svolgere delle moltiplicazioni. Le prospettive future sono quelle di sfruttare la reazione del cervello allo stimolo per favorire l’apprendimento anche di altre materie o abilità.