Moda ad alto impatto ambientale e abiti che espongono i nostri corpi ad alti rischio. Come facciamo a distinguere i capi d’abbigliamento da acquistare?
È da tempo che sono in commercio abiti realizzati con sostanze tossiche sia per l’uomo che per l’ambiente. La difficoltà consiste nel poterli riconoscere laddove la produzione che segue le logiche del fast-fashion è ormai iper diffusa.
Alcune organizzazioni come Greenpeace con il lavoro e gli studi che portano avanti rappresentano un grosso supporto alla comunità. Greenpeace è un’organizzazione non governativa ambientalista e pacifista, fondata a Vancouver nel 1971. Greenpeace si muove soprattutto in difesa del clima, delle balene, delle interruzioni dei test nucleari e in difesa dell’ambiente in generale.
Durante una delle sue ultime analisi sui capi Shein, e-retailer globale di moda e lifestyle, l’organizzazione conducendo lo studio su 47 capi, sostiene di aver rilevato nel 15% dei casi sostanze tossiche e pericolose, in concentrazione superiore a quelle consentite dall’ Unione Europea.
Le dichiarazioni del responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia, Giuseppe Ungherese, sono abbastanza preoccupanti.
Ungherese sostiene infatti che un’azienda mediamente impiegherebbe tre mesi per produrre un modello, mentre le industrie che utilizzano modalità di produzione fast fashion ci impiegano 7 giorni.
Questa modalità di produzione è possibile perché si evitano controlli e si sottopongono i lavoratori a ritmi impossibili, mettendo da parte sicurezza sul lavoro e diritti. I siti dove questi abiti vengono prodotti sono altamente inquinanti e ne pagano il prezzo le popolazioni vicine.
Per acquistare con consapevolezza è necessario prima di tutto informarsi. Ormai siamo bombardati continuamente da offerte di prodotti di qualsiasi tipo, completamente accessibili sulla base delle nostre esigenze. Documentarsi è impegnativo e spesso significa rinunciare a ciò che più ci piace o soddisfa la nostra esigenza del momento.
Ma informazioni come quelle rilasciate da Greenpeace sono indispensabili per farci riflettere a fondo sulle nostre scelte di acquisto ed evitare di correre rischi inutili per la nostra salute, ma anche di danneggiare l’ambiente o alimentare un sistema di sfruttamento. Per condurre acquisti più consapevoli possiamo solo affidarci ai marchi, alle certificazioni, verificare se hanno aderito a campagne contro l’uso di sostanze tossiche. Alcune tra le certificazioni di sostenibilità ambientale che possiamo riconoscere: Oeko Tex, Blu Sign.
In ogni caso è da sottolineare che non c’è nessuna fibra davvero eco. Le fibre con il più basso impatto sono solo quelle naturali riciclate, hanno il più basso impatto sia sull’ambiente che sulla vita di chi le coltiva.
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