Anche la Nasa è intervenuta per studiare nel dettaglio la strana anomalia che potrebbe influenzare alcuni ‘comportamenti’ del nostro pianeta. Ma di cosa si tratta e quali sono i rischi potenziali? Facciamo chiarezza
In questi giorni il tema caldo per gli appassionati di astronomia è quello legato al passaggio ravvicinato di un asteroide delle dimensioni comprese tra 50 e 100 metri, che il 25 marzo transiterà ad una distanza pari a circa la metà di quella che separa la Luna dalla Terra.
Ma non è l’unico fenomeno in merito al quale gli scienziati stanno approfondendo gli studi: vi è infatti una particolare anomalia che ha mosso addirittura la Nasa e che oggetto di studio da diverso tempo in quanto potrebbe andare addirittura ad influenzare il comportamento del nostro piante. Ma di cosa si tratta?
Per spiegarlo facciamo un passo indietro dando quella che è la definizione di anomalia magnetica: con questo fenomeno si fa riferimento ad una significativa distorsione, in una specifica area, del campo magnetico terrestre e le cause che lo originano possono essere molteplici come ad esempio lunghi processi geologici oppure la presenza, sottoterra, di materiali magnetici. Le ricerche sulle anomalie magnetiche si sono fatte di anno in anno sempre più accurate anche grazie allo sviluppo di appositi strumenti (come ad esempio i magnetometri) impiegati per rilevarle e misurarle.
Ed oggi tale fenomeno può anche essere sfruttato sia per mappare il sottosuolo e la geofisica, che nei processi di ricerca di nuovi giacimenti di gas e petrolio oltre che nell’attività di esplorazione mineraria. Da un’anomalia magnetica, inoltre, è possibile trarre preziose informazioni relative all’evoluzione della crosta terrestre e dunque di ‘scrivere’ e aggiungere tasselli mancanti alla storia geologica della Terra oltre che di monitorarne nel tempo eventuali variazioni. Allo stesso modo un’anomalia magnetica può avere delle conseguenze sia dal punto di vista della salute umana che del funzionamento della tecnologia sviluppata dall’uomo.
Fatta questa premessa concentriamoci sull’anomalia magnetica che anche la Nasa sta studiando: ci troviamo nell’oceano Atlantico meridionale (fino all’area meridionale dell’Africa) e qui è presente una zona estesa per circa 3000 chilometri nella quale, dati alla mano, il campo magnetico terrestre risulta essere molto più debole rispetto alle altre zone del pianeta.
Da anni si cerca di scoprirne l’origine ma ad oggi se ne sa poco o nulla: si ipotizza però che la particolare composizione chimica delle rocce basaltiche presenti in questa zona possa aver avuto un’influenza sull’anomalia, andando a creare modificazioni nella distribuzione del campo magnetico. Quello che gli esperti della Nasa vogliono estrapolare da essa sono nuove informazioni sulla struttura interna del nostro pianeta ma anche sulle dinamiche che caratterizzano il suo campo magnetico.
Il monitoraggio dell’anomalia dunque è costante e i dati raccolti sono moltissimi: va ‘tenuta d’occhio’ anche perché potrebbe andare a provocare una serie di malfunzionamento nei sistemi di altissima tecnologia dei satelliti orbitanti intorno alla Terra a basse altitudini. Una delle scoperte più interessanti legate allo studio dell’anomalia del sud Atlantico è legata al fatto che l’area sembra si stia per dividere in due sotto-aree; ed un altro elemento interessante è che potrebbe trattarsi di un fenomeno che, fin dai millenni passati, potrebbe aver interessato il nostro pianeta.
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