Il morbo di Alzheimer rappresenta la forma più frequente di demenza. Oggi potrebbe essere possibile predirne l’insorgenza, grazie allo studio effettuato dai ricercatori svedesi del Karolinska Institutet.
Uno studio durato 17 anni che ha visto partecipare 233 pazienti, costantemente monitorati per capire se alcuni marcatori possono essere chiara diagnosi precoce della malattia e quanto, alcuni marcatori presenti nel sangue, possano essere utili per predirne l’insorgenza. Questo è quanto è stato fatto durante la ricerca “Swedish National Study on Aging and Care in Kungsholmen”.
Lo scopo? La possibilità di prevedere e anticipare il potenziale sviluppo del Morbo di Alzheimer. Grazie a questi recenti studi, è stato provato che monitorando i livelli di una proteina neurotossica e degli zuccheri presenti nel sangue, potrebbe essere possibile capire quali persone sono predisposte a sviluppare la malattia. La diagnosi precoce, sebbene non esistano terapie mirate alla guarigione, permetterebbe un migliore approccio terapeutico nella gestione dei sintomi.
Come si evolvono gli studi
Se in passato era possibile eseguire questi monitoraggi soltanto attraverso esami diagnostici invasivi quali il prelievo del liquido cerebro spinale, grazie ai recenti studi, è possibile arrivare a queste informazioni grazie a un semplice prelievo di sangue. Alti livelli di glicani e della proteina TAU sono risultati indicativi di rischio aumentato di sviluppo della malattia neurodegenerativa.