Alcune attività richiedono al nostro organismo di produrre un neurotrasmettitore che, se accumulato in grandi quantità, può diventare tossico per il nostro cervello.
Sappiamo che alcune attività professionali sono definite “usuranti”: ciò significa che, a motivo della loro natura, richiedono sforzi continuativi che, se non governati opportunamente, possono ridurre in modo anche significativo il livello di benessere del nostro corpo. Non solo: anche della nostra mente e, non dimentichiamolo, del nostro spirito.
Sono tali, ad esempio, i lavori che richiedono particolari fatiche fisiche ripetute, come numerose professioni in ambito edilizio che includono tra le mansioni necessariamente da espletare la gestione di carichi pesanti; lavori da svolgere in ambienti esposti a temperature elevate, come ad esempio le fonderie; lavori in spazi ristretti, come pozzetti, doppi fondi, cave e intercapedini; lavori notturni. E molti altri che espongono il nostro corpo a condizioni di elevato stress.
Tuttavia spesso dimentichiamo le professioni che usurano la mente: alcune di esse vengono ritenute “privilegiate”, perché remunerate con ottimi salari, e questo aspetto tende ad adombrare quello relativo allo sforzo che richiedono per poter essere condotte. Quali sono? In che modo rischiano di condurre il nostro cervello allo sfinimento e come fare per scongiurare il rischio?
Così come le attività motorie particolarmente complesse e provanti usurano il nostro corpo, allo stesso modo attività cognitive che richiedono al nostro cerebro l’attivazione combinata di numerose aree per periodi di tempo continuativi e prolungati possono usurare la nostra mente. Perché? Ebbene, il motivo fa capo a uno specifico neurotrasmettitore.
È il glutammato, una sostanza chimica che il cervello produce per inviare segnali elettromagnetici alle cellule nervose al fine di poter sostenere attività di attenzione, concentrazione, memorizzazione, immaginazione, creatività e fantasia, queste ultime necessarie per la produzione del pensiero utile a ideare risoluzioni di problemi. Ebbene, se il nostro cervello viene iper-stimolato a compiere queste attività, accumula grandi dosi di glutammato. E queste grandi dosi del neurotrasmettitore rischiano di intossicarlo, anche gravemente.
Medici, piloti, giudici, insegnanti, psichiatri, autisti di autobus e tutte quelle professioni che richiedono particolari sforzi mentali prolungati conducono i lavoratori che le esercitano al rischio di quello che viene comunemente definito “esaurimento nervoso” (oggi spesso citato con l’inglesismo “burn-out”, che possiamo tradurre con sfinimento). Il glutammato solitamente viene eliminato dal nostro cervello attraverso il sonno: per questo motivo è essenziale che questi lavoratori osservino le necessarie pause per “ricaricarsi”, in modo da non rischiare effetti di eccessiva usura che, se prolungati e trascurati nel tempo, possono condurre a deterioramenti anche gravemente limitanti e nocivi per la salute psicofisica di chi li subisce.
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