Anche tu molto spesso sei in ritardo? Allora ti farà piacere sapere che molto probabilmente potresti essere un genio incompreso: lo dice la scienza.
A tutti noi sarà capitato almeno una volta nella vita di arrivare tardi ad un appuntamento. Niente di grave, purché si tratti di pochi minuti.
Diverso è, invece, il discorso nel caso in cui l’entità del ritardo sia di diverse ore, oppure qualora questo episodio tenda a verificarsi con una certa regolarità. Le persone ritardatarie, infatti, sono davvero irritanti, in quanto possono letteralmente mandare all’aria i piani altrui oltre che i propri. Ad ogni modo, se anche tu sei sempre in ritardo ti interesserà sapere che potresti essere un vero genio incompreso. Incredibile, non è vero? Eppure a rivelarlo sarebbe la scienza!
Inutile negarlo, il mondo si divide in due categorie di persone: quelle che arrivano sempre in anticipo agli appuntamenti e quelle ritardatarie. Difficile trovare una via di mezzo! Ad ogni modo, per quanto possa essere fastidioso avere a che fare con il secondo gruppo di individui, bisogna anche ammettere che essi potrebbero avere in qualche caso una marcia in più. Addirittura, secondo la scienza, i ritardatari sarebbero dei veri geni incompresi. L’avresti mai detto?
Arrivare tardi ad un appuntamento potrebbe sembrare senza dubbi un gesto irritante, fastidioso e decisamente molto maleducato. Tuttavia, potrebbe nascondere anche un risvolto a dir poco inaspettato. Ebbene sì, secondo la scienza le persone ritardatarie sarebbero dei veri e propri geni incompresi! Come è possibile? Se da un lato è vero dire che chi arriva in ritardo ha un basso livello di autocontrollo, dall’altro lo è altrettanto dire che si tratta di un inguaribile ottimista.
Questo perché è come se il ritardatario non temesse l’arrivo di conseguenze potenzialmente negative. Inoltre, per quanto ci si possa sforzare, sembrerebbe proprio che l’arrivare tardi sia a tutti gli effetti una condizione genetica difficilmente modificabile. Lo ha dimostrato uno studio del 2001 condotto dall’Università di San Diego che ha preso in analisi due gruppi di volontari. Il primo composto da individui ambiziosi e competitivi, il secondo da persone creative e riflessive. Ad entrambi i campioni è stato chiesto di misurare il trascorrere di un minuto senza l’ausilio dell’orologio. Il risultato? I primi ne hanno indicato l’arrivo dopo circa 58 secondi, gli altri dopo ben 77!
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