Dita nel naso? È la cosa più pericolosa che che tu possa fare! Ecco i rischi che corri e perché il gesto è legato all’Alzheimer.
Quante volte da bambino ti è stato detto di non mettere le dita nel naso e tu, infischiandotene, hai commesso comunque il gesto? Ebbene, oggi si conferma che non è soltanto un problema inerente la buona educazione, ma ha anche a fare con questioni che riguardano la salute. La conferma arriva da un luminare del settore, il quale sa tutto sulla questione, e condivide con il mondo intero una preoccupante e tragica scoperta.
Mettere le dita nel naso è una cattiva abitudine che desta sconcerto, ma non è un gesto poi così incredibile, anzi è abbastanza comune. Quello che più stupisce è che avviene non solo tra i bambini ancora troppo piccoli per capire il danno, ma anche tra adulti. Può capitare che pizzichi il naso e si senta del formicolio, oppure ci sia qualche peletto incastrato a causa di malanni e raffreddore, ma il vizio è la cosa peggiore.
Infatti, toccandosi si può favorire la condizione ottimale per originare una delle malattie più temute di sempre. L’Alzheimer fa molta paura, specialmente per le persone che vivono attorno alle persone malate. Dimenticare piano piano tutto è un vero disagio e fonte di sofferenza, perché si finisce anche per manifestare atteggiamenti aggressivi e depressivi, un vero dramma.
È una malattia che fa paura, ma che grazie ai nuovi progressi in medicina, sembra essere in una fase di maggior conoscenza. La miglior arma contro malattie del genere è la ricerca, e le informazioni in questione sono proprio il frutto di uno studio importante.
A parlare è James St John, docente della Griffith University, il quale ha effettuato una serie di esperimenti sui ratti da laboratorio, e nei quali ha riconosciuto le possibili cause che favoriscono l’insorgere della malattia. La scoperta è sconvolgente, specialmente perché dietro un gesto apparentemente innocuo, c’è un danno molto importante. C’entrano i batteri, nello specifico una categoria.
Si parla di Chlamydia e non è un’infezione che viene solo dai genitali, ma ne esistono diverse specie come la C. pneumoniae che affligge le vie respiratorie. Interessa specialmente la via nasale, che frattanto è il canale prediletto per raggiungere il cervello. Nei ratti è stato attraverso i nervi olfattivi che poi i batteri sono arrivati fino alla testa, concretizzando l’insorgere di malattie molto simili all’Alzheimer.
In un periodo di circa 72 ore è avvenuto il contagio, ed i primi sintomi sono comparsi tra i 7 e i 28 giorni, quasi come una certezza. Ed è qui che c’è una grossa differenza tra topi ed esseri umani, perché la razza umana possiede i peletti che fungono da barriera e che proteggono proprio in queste situazioni. Infatti, queste sono le parole dello scienziato:
“Mettersi le dita nel naso e strapparsi i peli non è una buona idea perché possiamo danneggiare l’interno del naso”.
Infine, il gesto potrebbe favorire asma, l’insorgenza di tumore ai polmoni e danneggiare il sistema nervoso di persone affette da sclerosi multipla. Insomma, non mettere le dita nel naso è più di buona educazione, è sopravvivenza.
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