In inverno soffrite il freddo al punto che vorreste trasferirvi in un paradiso tropicale? Nulla di comparabile a ciò che si verifica nella città più fredda del mondo.
L’inverno quest’anno è cominciato in ritardo, in particolar modo al sud Italia, dove le temperature sono rimaste autunnali (in alcuni giorni persino primaverili) fino ai primi giorni di gennaio. Probabilmente si tratta di una delle conseguenze del surriscaldamento globale e del cambiamento climatico, che però ha fatto sicuramente piacere a chi in questo periodo dell’anno soffre in maniera eccessiva il freddo.
Freddo che a dire la verità nel nostro Paese è quasi sempre accettabile, specialmente se comparato a quello che caratterizza le zone più fredde del pianeta. Quando si parla di freddo si è portati pensare a zone come l’Alaska, il Canada, l’Islanda e la Siberia. Tutte zone in cui d’inverno le strade e il paesaggio si ricoprono di neve e ghiaccio ed in cui le temperature scendono abbondantemente sotto lo zero.
Proprio la parte asiatica della Russia è quella più fredda al mondo. In questa regione vastissima si registrano sempre temperature glaciali e nella stagione più fredda dell’anno la media è di -40°. La temperatura record è stata registrata nel 1933 nel piccolo villaggio di Ojmjakon (in cui vivono appena 500 persone) con -67.7°. Mentre la città più fredda della Siberia – e del mondo – è Jakutz (323mila abitanti), dove la temperatura media in inverno è di -43°.
Jakutz: come si vive la città più fredda del mondo?
Per chi soffre quando il termometro scende sotto i 10°, pensare di poter svolgere una vita normale a Jakutz è impossibile, eppure una città così grande non si blocca certamente per il freddo. I suoi abitanti, infatti, continuano ad andare a lavoro, portano i figli a scuola e vanno a fare la spesa anche nei periodi più rigidi. Certo, non si può pensare di passare una serata fuori con gli amici, di cenare in strada o di andare a fare compere nei negozi.
La vita a Jakutz cambia durante il periodo freddo: non si possono stendere i panni, non esiste acqua potabile per le strade (è tutta ghiacciata), non si possono acquistare verdure e frutta fresca (non cresce nulla a quelle temperature), cibo e bevande non vanno in frigo, bisogna coprire ogni parte del corpo per non rischiare il congelamento, le auto potrebbero non partire ed infatti ogni abitante ha una slitta che può essere trainata dai cani.
In inverno il sole è una chimera – fa capolino tre ore al giorno quando va bene – e ci si sposta da casa solo per gli impegni necessari. La vita normale va avanti fino ai -46°, quando il termometro tocca quella soglia si rimane in casa. Negli appartamenti non si soffre il freddo sia grazie ai riscaldamenti che alla coibentazione delle case. L’acqua corrente arriva già riscaldata per evitare che ghiacci nei tubi, ma si corre sempre il rischio che questi possano esplodere.
Una vita sicuramente estrema, ma che dimostra come sia possibile sopravvivere anche a temperature che in teoria non sarebbero adatte alla sopravvivenza dell’uomo. L’esistenza di una comunità così grande in una zona così fredda del mondo è la dimostrazione di come l’uomo sia in grado di adattarsi a qualsiasi situazione grazie al proprio ingegno.
