Se lavori a 50 km di distanza da casa potresti beneficiare di questo assegno INPS. Di quale parliamo, e come si richiede?
La possibilità di richiedere un sostegno economico è sempre presente. Tutto quello che serve è informarsi a dovere su quale ottenere, così da potersi organizzare in tempo. Ce ne sono diversi e variano a seconda di quello che cerca un lavoratore. In pochi sanno che è possibile ricevere un assegno INPS se si lavora da una certa distanza dalla propria casa.
Ad occuparsi di questa faccenda è stato il Tribunale di Torino, che ha cambiato una parte dei diritti dei lavoratori a seguito di una sentenza. Se l’impiegato viene trasferito in una sede distante più di 50 km dalla residenza, o con un tempo di arrivo di 80 minuti, di solito è costretto a licenziarsi. Poi avrebbe diritto all’assegno di disoccupazione in via automatica, così da avere il tempo necessario per potersi trovare un altro impiego.
Tuttavia, non viene consegnato in molti dei casi successi in Italia. Questo succede perché l’Inps ritiene che vadano soddisfatti anche altri requisiti. Deve essere dimostrato che il trasferimento del lavoratore sia avvenuto per assenza di ragioni tecniche, organizzative o produttive. Tutto questo, però, non trova riscontro nella normativa e sembra essere soltanto una restrizione insensata dell’Inps.
Assegno di disoccupazione, in questo caso puoi richiederlo sempre: non dimenticarlo
Il Tribunale di Torino ha preso in esame una situazione che è accaduta realmente. Una lavoratrice si è licenziata dopo che è stata trasferita a più di 50 km di distanza dalla sua precedente sede lavorativa. Pochi giorni dopo, la società e la lavoratrice hanno sottoscritto un verbale di conciliazione, mantenendo come causa di cessazione le dimissioni per evitare altre spiacevoli circostanze.
A quel punto, la lavoratrice ha richiesto l’assegno di disoccupazione, ricevendo una brutta sorpresa. L’Inps l’ha respinto poiché vuole che le dimissioni avvengano per risoluzione consensuale del rapporto. La donna avrebbe dovuto provare che il trasferimento era supportato da ragioni tecniche, organizzative o produttive.
Tutto questo è apparso senza senso, motivo per cui la faccenda è arrivata sino al Tribunale di Torino. Qui è stato stabilito che la lavoratrice ha perso in maniera involontaria il proprio lavoro, e che non aveva più la possibilità di continuarlo. Ha dimostrato che la sede era distante oltre 50 km e che servivano più di 80 minuti per arrivarci. Così le è stato riconosciuto l’assegno di disoccupazione.