Come sul Reddito di cittadinanza, anche il salario minimo è un tema molto divisivo. Ma cosa accade negli altri Paesi europei?
Per qualcuno una forma di civiltà, che contrasta la povertà. Particolarmente utile, quindi, nei tempi che viviamo attualmente. Per altri, un modo per alimentare i parassiti della società che, peraltro, danneggia le imprese. No, non stiamo parlando dell’ormai celeberrimo Reddito di cittadinanza. Ma del salario minimo. Sapete che l’Italia è quella messa peggio tra i Paesi europei?
Gli ultimi mesi hanno scatenato il dibattito sul Reddito di cittadinanza. Misura vessillo del Movimento 5 Stelle (che arrivò a dire di aver abolito la povertà) che, invece, il Governo di centrodestra abolirà, considerandolo una forma odiosa di assistenzialismo.
In generale, i temi legati all’economia hanno caratterizzato gli ultimi mesi. Questo perché il nostro Paese vive una crisi economica preoccupante, con l‘inflazione che galoppa e moltissime famiglie che fanno fatica.
Tra i temi maggiormente dibattuti, c’è quello legato al salario minimo. Sapete cos’è? Si tratta della remunerazione più bassa, giornaliera o mensile, che in determinate circostanze e condizioni i datori di lavoro devono per legge erogare ai propri lavoratori, dipendenti, impiegati e operai.
Anche sul salario minimo, come sul Reddito di cittadinanza, vi sono correnti di pensiero contrastanti. Per i sostenitori, si tratta di un sostegno ai lavoratori, che ne migliora il tenore di vita, riducendo la povertà e contrastando le disuguaglianze sociali. Inoltre, sarebbe da stimolo per le aziende per lavorare meglio. Per i detrattori, invece, è dannoso per le aziende e aumenta la disoccupazione, soprattutto tra i lavoratori poco qualificati o senza esperienza.
Va detto, però, che in Europa il salario minimo esiste un po’ ovunque. Pensate che, addirittura, in Lussemburgo si arrivano a percepire oltre 2.300 euro. Una cifra sicuramente molto alta. Nettamente più alta rispetto ad altri Paesi che, comunque, garantiscono somme più che dignitose: 1.800 euro circa in Belgio e 1.700 euro circa in Irlanda, Olanda e Germania. Appena sotto, la Francia con circa 1.600 euro.
Come si può notare, si tratta di Paesi del centro-nord Europa. Quelli mediterranei come sono messi? La Spagna garantisce circa 1.100 euro. La Grecia 831 euro e il Portogallo 822. Tra chi fornisce il pagamento più basso, un terzetto: Ungheria, Lettonia e Bulgaria, ciascuna con 503 euro. Ma il vero fanalino di coda è l’Italia. Anche se, forse, più che fanalino di coda, l’Italia andrebbe messa alla voce “non pervenuta”. È, di fatto, l’unico Paese importante dell’Eurozona a non avere questa misura di welfare lavorativo. E, allora, cosa si aspetta a istituirlo?
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