Social network utilizzato in tutto il mondo soprattutto dai giovanissimi, Tik Tok sta vivendo una rivoluzione: è stato bannato.
Piattaforma di video sharing lanciata nel settembre 2014, Tik Tok in nove anni ha conquistato tutto il mondo. La sua formula è vincente ed ha attirato milioni di utenti nel giro di poco tempo, facendolo diventare il social network più amato dai giovani. Su Tik Tok si possono creare dei brevi video, i quali possono essere editati in un secondo momento attraverso la modifica della voce, della velocità o di altri effetti.
Come per tutti i social network e per le novità che hanno un grosso impatto sulla popolazione, anche per Tik Tok nel corso degli ultimi anni non sono mancate le controversie. Nel 2020, il gruppo di hacktivisti di Anonymous ha denunciato l’app definendola pericolosa e identificandola come un malware controllato dal governo cinese, che la userebbe per attuare uno spionaggio di massa. In Italia, nel 2021, il Garante per la Privacy ha disposto il blocco dell’uso dei dati degli utenti per i quali non si conosce l’età anagrafica. Nelle ultime ore, poi, un altro blocco: Tik Tok è stato bannato.
Tik Tok bannato: dove e cosa è successo
Come vi abbiamo anticipato, in Italia nel 2021 a Tik Tok è stato imposto un blocco in merito all’uso dei dati degli utenti per i quali non si ha la certezza della maggiore età. Questo è successo in seguito alla morte di una bambina di 10 anni causata dalla riproduzione di una sfida vista proprio su Tik Tok.
Nelle ultime ore, però, anche in un altro stato sono stati presi severi provvedimenti. Si tratta del Montana, dove il governatore Greg Gianforte ha firmato una legge che vieta l’uso di Tik Tok a partire dal 2024: i principali app store dovranno impedire il suo download e, nel suo territorio, non potrà più funzionare. Per chi trasgredirà la legge sono previste multe che possono arrivare sino a 10mila dollari.
Dal canto suo, il portavoce di Tik Tok ha severamente condannato questa decisione, sostenendo che l’applicazione ha un impatto positivo sulle persone e consenta a tutti di esprimere sé stessi, diritto sancito dal Primo Emendamento. Il governo, però, ha voluto bandirlo a causa del legame di questa piattaforma con ByteDance, un’azienda cinese che, secondo lo stato americano, potrebbe rappresentare un rischio per i dati personali degli utenti.