Sembra la trama di un film horror ma purtroppo si tratta di una storia vera e per di più attuale. Una mamma è rimasta ore in una tomba.
Esistono romanzi, racconti e pellicole dove compare il tema agghiacciante delle persone sepolte vive. In passato poteva capitare quando non si conoscevano alcuni meccanismi fisiologici e anzi era frequente. Addirittura erano previsti dei campanelli da poter suonare tirando una cordicella dalla bara perché lo sfortunato di turno potesse essere tirato fuori. Nessuno però si aspetterebbe che possa ancora succedere, eppure una donna brasiliana ha vissuto questo orrore pochi giorni fa.
Era il 28 marzo quando nel cimitero di Visconde do Rio Branco due necrofori hanno notato qualcosa di insolito. Si vedevano infatti del cemento fresco e delle tracce di sangue vicino a una tomba. Avvicinandosi i due hanno sentito ciò che non si sarebbero mai aspettati ossia una voce che implorava aiuto. Sottoterra c’era infatti una giovane donna di 36 anni che era lì da ben 10 ore.
Oltre al trauma psicologico subito e al rischio di asfissia la poveretta ha subito un trauma cranico in seguito alla botta per tramortirla. Inoltre il sangue rilevato proveniva da una ferita al piede piuttosto grave, tanto che la donna rischia di perdere un dito. Una volta allertati i soccorsi la donna è stata portata all’ospedale João Batista.
Al momento agli arresti ci sono due ragazzi di 20 e 22 anni, che prima di portare la donna al cimitero l’avrebbero aggredita in casa sua. Hanno fatto irruzione nell’abitazione e assaltato lei e il marito, il quale però sarebbe scappato durante la colluttazione. La coppia ha 4 figli, su cui però pare non sia stata computa violenza.
L’aggressione a quanto ricostruito finora sarebbe stata una vendetta da parte dei due giovani. Pare che avessero affidato alla donna e al marito delle sostanze illegali e alcune armi. I coniugi però avrebbero perso la merce (o l’avrebbero rivenduta) scatenando l’ira da parte dei due ragazzi che hanno entrambi già dei precedenti con lo spaccio di droghe.
Oltre ai due giovani identificati però pare ci fosse un terzo individuo dietro la faccenda, al momento ancora latitante. I complici al momento dell’arresto stavano a loro volta progettando la fuga, sventata però dalle forze dell’ordine. Ora li attende un periodo di 30 giorni in custodia cautelare.
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